Un uomo di 45 anni, gravato da un precedente ammonimento del Questore, è stato raggiunto da una misura cautelare più stringente a seguito di un episodio di violenza nei pressi di un locale ricreativo a Torrette, frazione di Ancona.
L’aggressione, consumatasi in un contesto di alterco con l’ex compagna, ha coinvolto una presa coatta del braccio e un colpo al volto, causando una contusione labiale che ha comportato un periodo di prognosi di cinque giorni.
L’intervento delle Volanti, prontamente allertate dalla Sala Operativa in seguito a una segnalazione di una donna ferita e un uomo coinvolto in un alterco in un’area pubblica, ha permesso di gestire la situazione in sicurezza.
Dopo aver separato i due contendenti, gli agenti hanno garantito l’assistenza medica alla donna, che ha manifestato segni evidenti della violenti, del personale e dei sistemi di emergenza dei quali i sistemi di, e hanno proceduto all’uomo, del, del, e delle.
Il pm di turno, valutando la gravità dell’atto e il fatto che l’uomo fosse già sotto la sorveglianza del Questore, ha disposto la misura cautelare dell’allontanamento dalla residenza familiare con divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, in relazione a ipotesi di reato che includono la minaccia aggravata, la violenza privata e le lesioni personali aggravate.
Successivamente, durante l’udienza di convalida in tribunale, la misura è stata rafforzata con l’applicazione del braccialetto elettronico, un dispositivo tecnologicamente avanzato che consente un monitoraggio costante degli spostamenti dell’indagato, finalizzato a prevenire ulteriori contatti con la persona offesa.
Tale scelta risponde alla necessità di garantire la sicurezza della vittima e di assicurare una più efficace dissuasione dal compimento di ulteriori atti violenti.
L’episodio solleva interrogativi sulla complessità della gestione di situazioni di conflitto domestico, soprattutto quando un individuo è già stato segnalato per comportamenti problematici.
L’ammonimento del Questore, sebbene rappresenti un segnale di allarme e un tentativo di dissuasione, si è dimostrato insufficiente a prevenire la reiterazione della violenza.
La vicenda pone l’accento sulla necessità di un approccio multidisciplinare che coinvolga forze dell’ordine, magistratura, servizi sociali e associazioni di supporto alle vittime, al fine di fornire un sostegno adeguato sia alla persona offesa che all’aggressore, promuovendo al contempo una cultura del rispetto e della non violenza.







