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Farmacie di Servizi: Innovazione nelle Marche per l’Accesso alle Cure

Il modello di Farmacia di Servizi, sperimentato in regione Marche a partire dal 2023, si configura come un’innovazione significativa nel sistema sanitario italiano, rappresentando una risposta proattiva alle sfide di accessibilità e continuità assistenziale, particolarmente sentite nelle aree rurali e marginali.

I dati preliminari, presentati da Federfarma Marche, evidenziano un impatto considerevole: in due anni, il servizio ha mediato oltre 31.000 prestazioni, di cui una quota rilevante – circa il 50% – erogata in farmacie situate in contesti periferici, dove la presenza di specialisti e strutture sanitarie è spesso limitata.
L’integrazione della telemedicina all’interno della farmacia di prossimità si dimostra cruciale.
Attraverso piattaforme digitali sicure e strumenti diagnostici semplificati, i farmacisti, formati specificamente per questo ruolo, possono offrire screening preliminari, monitoraggio di parametri vitali, e consulenze personalizzate, agendo come filtro e punto di contatto iniziale per i pazienti.

Questo approccio non solo alleggerisce il carico di lavoro dei medici di base e dei pronto soccorso, ma contribuisce anche a una gestione più efficiente delle risorse sanitarie.

I dati relativi agli indirizzamenti successivi sottolineano l’importanza del ruolo di screening del farmacista: più di 2.500 pazienti sono stati indirizzati al proprio medico curante per ulteriori valutazioni diagnostiche e terapeutiche, mentre un numero significativo – oltre 100 – ha richiesto un intervento urgente presso il pronto soccorso, identificando potenziali emergenze grazie agli esami preliminari, come elettrocardiogramma, monitoraggio ECG delle 24 ore (holter cardiaco) e monitoraggio pressorio ambulatoriale.

Il progetto marchigiano non è solo una risposta immediata alla carenza di accesso alle cure, ma rappresenta un cambiamento di paradigma: una farmacia non più intesa come semplice dispensatore di farmaci, ma come un hub di servizi sanitari integrati, un punto di riferimento per la comunità e un collegamento essenziale tra il paziente e il sistema sanitario.

L’esperienza suggerisce che l’estensione di modelli simili in altre regioni potrebbe contribuire significativamente a ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure, migliorare la salute della popolazione e ottimizzare le risorse del sistema sanitario nazionale, promuovendo una sanità più accessibile, preventiva e centrata sul paziente.

L’analisi dei dati raccolti nel corso di questi primi anni sarà fondamentale per affinare il modello e valutare la sua replicabilità su scala nazionale, con l’obiettivo di superare le barriere geografiche e socio-economiche che limitano l’accesso alle cure per molti cittadini italiani.

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