Un episodio di grave intossicazione fungina ha coinvolto quattro persone nella provincia di Ascoli Piceno, mettendo a dura prova la capacità di risposta del Pronto Soccorso dell’ospedale Mazzoni.
I pazienti, presentatisi con quadro clinico acuto caratterizzato da vomito incontrollabile, dissenteria e marcata disidratazione, avevano condiviso un pranzo privato durante il quale erano stati consumati funghi precedentemente raccolti da uno di loro, sia in forma cruda che cotta.
La tempestività e l’efficacia dell’intervento medico si sono rivelate determinanti nel contenere la gravità della situazione.
Un team multidisciplinare, composto da medici, farmacisti e dirigenti sanitari, ha coordinato un protocollo di trattamento intensivo.
L’immediata somministrazione endovenosa di acetilcisteina, un antidoto specifico utilizzato per contrastare alcune tossine fungine, e l’utilizzo di carbone attivo somministrato tramite sondino nasogastrico, hanno contribuito a mitigare l’assorbimento delle sostanze tossiche.
La criticità legata alla disponibilità del farmaco antidotale è stata risolta grazie alla collaborazione interospedaliera con l’unità di anestesia e rianimazione dell’ospedale di San Benedetto del Tronto, che ha garantito un’urgente integrazione delle scorte.
Il dirigente medico di turno, Emanuele Aurelio, ha precisato che, pur in presenza di uno stato di disidratazione significativo, le condizioni cliniche dei pazienti si sono mantenute stabili grazie all’intervento precoce.
La consulenza del Centro Antiveleni di Roma, cruciale per definire la strategia terapeutica, ha portato ad avviare una terapia ad alte dosi di acetilcisteina.
Successivamente, l’identificazione della specie fungina incriminata, resa possibile dalle informazioni fornite dal raccoglitore, ha permesso di chiarire la natura della tossicità – non dovuta a principi velenosi nel senso tradizionale, ma a composti bioattivi con effetti deleteri sul sistema digestivo e renale.
L’episodio sottolinea la complessità del rischio fungino, spesso sottovalutato.
Non tutte le intossicazioni sono causate da funghi apertamente velenosi; anche specie considerate commestibili possono scatenare reazioni avverse a causa di fattori come l’età del fungo, il substrato su cui è cresciuto o l’errata preparazione culinaria.
In risposta a questo evento, l’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli Piceno lancia un appello alla prudenza, esortando la popolazione a evitare la raccolta e il consumo di funghi in aree non controllate o poco frequentate, e a non improvvisare metodi di preparazione.
Il servizio di micologia del Dipartimento di Prevenzione, un’opportunità gratuita e su appuntamento, rappresenta un punto di riferimento essenziale per la corretta identificazione e valutazione della commestibilità dei funghi, garantendo la sicurezza dei consumatori e prevenendo futuri episodi di intossicazione.
Il direttore generale Antonello Maraldo ribadisce l’importanza di un approccio consapevole e responsabile nei confronti della raccolta e del consumo di funghi, una pratica radicata nella cultura locale ma che richiede un’adeguata preparazione e informazione.