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venerdì 31 Ottobre 2025

Pioraco, inchiesta sul sindaco: verso l’archiviazione?

L’inchiesta che ha coinvolto il sindaco di Pioraco, Matteo Cicconi, e un funzionario regionale delle Marche, si avvia verso una potenziale archiviazione, sollevando interrogativi sulla complessità delle dinamiche legate alla gestione dei rifiuti organici e all’impatto ambientale degli impianti di biogas e biometano.

La vicenda, originariamente scaturita da un’indagine per inquinamento ambientale e traffico illecito di rifiuti, ha portato a un’operazione che ha colpito diverse strutture in provincia di Ancona, inclusi allevamenti bovini e centrali di biogas.

L’indagine, delegata ai Carabinieri Forestali, ha focalizzato l’attenzione sulle modalità di smaltimento del digestato, sottoprodotto organico derivante dalla digestione anaerobica di materiale organico, e sulle presunte irregolarità nei processi di autorizzazione per la conversione di impianti da biogas a biometano.
Questo tipo di conversione, pur rappresentando una potenziale evoluzione verso fonti energetiche più sostenibili, solleva delicate questioni in termini di impatto ambientale e rispetto delle normative vigenti.
Inizialmente, otto persone fisiche e quattro società erano state indagate per reati che spaziano dal traffico illecito di rifiuti all’inquinamento ambientale, con accuse di corruzione che pesavano specificamente su Cicconi, in qualità di responsabile del procedimento di rilascio delle autorizzazioni.

L’accusa ipotizzava un presunto accordo corruttivo con il responsabile legale di uno degli impianti sequestrati, il quale avrebbe promesso un vantaggio indebito al sindaco in cambio di una decisione amministrativa favorevole alla conversione a biometano.
La difesa di Cicconi, rappresentata dagli avvocati Salvatore Santagata e Alessandra Piccinini, ha contestato fin da subito le accuse, sostenendo l’assenza di elementi concreti che provassero l’esistenza di un’intesa corruttiva nell’iter di rilascio dell’autorizzazione.

I legali hanno evidenziato come il procedimento fosse stato condotto nel rispetto delle normative e in piena trasparenza.

La richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Ancona, se accolta dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), segnerebbe un punto a favore del sindaco, ma non preclude la prosecuzione delle indagini nei confronti degli altri indagati.
La vicenda solleva, in definitiva, interrogativi cruciali sulla necessità di rafforzare i controlli e la trasparenza nella gestione dei rifiuti organici e nella concessione di autorizzazioni per impianti energetici, al fine di prevenire fenomeni di inquinamento ambientale e di corruzione che possano compromettere la tutela del territorio e l’interesse pubblico.
L’esigenza di una gestione sostenibile e legalmente conforme delle risorse energetiche derivanti da fonti organiche si impone con maggiore urgenza, soprattutto in aree sensibili come quelle limitrofe a corsi d’acqua.

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