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venerdì 24 Ottobre 2025

Sequestro fondi UE: Agricoltori Marchigiani tra Truffe e Sostegno.

L’associazione Cia Agricoltori Italiani delle province di Ascoli-Fermo-Macerata esprime profonda preoccupazione e netta riprovazione in merito alla recente inchiesta che ha portato al sequestro preventivo di oltre 17 milioni di euro destinati a finanziamenti agricoli europei.
L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza di Padova, ha rivelato un sofisticato schema fraudolento che ha coinvolto anche operatori economici del territorio marchigiano, mettendo a dura prova l’integrità del sistema agroalimentare regionale e nazionale.

La Cia sottolinea che tali comportamenti illeciti rappresentano una grave distorsione del mercato, un affronto all’etica del lavoro onesto e una minaccia per la sostenibilità delle comunità agricole interne.
Lungi dal rappresentare la realtà del mondo agricolo autentico, queste pratiche si configurano come una speculazione predatoria che sfrutta i meccanismi di finanziamento pubblico per fini esclusivamente privatistici e deviati.

“Si tratta di eventi di gravità inaudita, che colpiscono al cuore la credibilità dell’agricoltura marchigiana,” dichiara Matteo Carboni, presidente Cia Ascoli-Fermo-Macerata.
“Gli allevatori del nostro territorio non sono attori di questa truffa, bensì vittime, danneggiati da un sistema che li penalizza a causa delle azioni di pochi.
” L’azienda coinvolta, secondo quanto riferito, ha deliberatamente alterato le dinamiche locali con canoni d’affitto artificialmente gonfiati, creando una concorrenza sleale e ostacolando l’accesso alla terra per gli allevatori onesti e le comunità agrarie.
La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla governance dei fondi europei e sulla necessità di rafforzare i controlli e i meccanismi di prevenzione delle frodi.
Negli anni precedenti, l’associazione, sollecitata da verifiche e pressioni da parte di Agea, ha promosso misure per limitare gli aiuti a chi dichiarava animali al pascolo, invitando le comunità agrarie a dare priorità agli utenti locali e agli allevatori del territorio, evitando l’affitto di terreni a soggetti esterni, talvolta provenienti da altre regioni.

Questa politica, lungi dall’essere una restrizione, mirava a tutelare il tessuto connettivo dell’agricoltura locale e a garantire una distribuzione equa delle risorse.

Massimo Sandroni, direttore Cia Marche, aggiunge: “La narrazione distorta che emerge da queste frodi dipinge un quadro inesatto: quello di allevatori eccessivamente sostenuti dai contributi europei.

La realtà, però, è ben diversa.

Gestire un allevamento in montagna rappresenta una sfida quotidiana, fatta di difficoltà oggettive, margini di profitto ridotti e infrastrutture spesso carenti.

È un presidio fondamentale per le aree interne, un lavoro che richiede dedizione, resilienza e un forte legame con il territorio.

”La Cia Agricoltori Italiani si impegna a collaborare attivamente con le autorità competenti per garantire il pieno chiarimento dei fatti e per contribuire alla ricostruzione di un’immagine dell’agricoltura marchigiana basata sulla trasparenza, l’etica e la sostenibilità.
È imperativo preservare la dignità e il valore del lavoro agricolo, che rappresenta il cuore pulsante delle aree interne e un pilastro fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del territorio.

La lotta contro le frodi e la promozione di pratiche agricole corrette sono un dovere imprescindibile per tutelare il futuro dell’agricoltura italiana.

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