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Tensione al carcere di Ascoli: detenuto violento, agenti feriti

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Nella serata di ieri, la Sezione Marina del carcere di Ascoli Piceno è stata teatro di un episodio di grave tensione e violenza, sollevando interrogativi urgenti sulla gestione dei detenuti ad alto rischio e sulla sicurezza del personale penitenziario.
Un detenuto di origine magrebina, con un pregresso di comportamenti indisciplinati e conflittuali in diverse strutture carcerarie italiane, ha manifestato un’improvvisa e violenta crisi, danneggiando in maniera significativa la sua camera, con arredi e finestre gravemente compromessi, fino a compiere un tentativo di autolesionismo attraverso l’ingestione di frammenti di vetro.

La gravità della situazione ha reso necessario un immediato trasferimento d’urgenza del detenuto, inizialmente presso l’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno e successivamente al Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto.
La dinamica, tuttavia, non si è attenuata con il cambio di location. Arrivato al pronto soccorso sambenedettese, il detenuto ha mantenuto un comportamento aggressivo e ostile, indirizzando minacce e insulti nei confronti degli agenti della Polizia Penitenziaria deputati alla sua sorveglianza, creando un clima di crescente agitazione che ha coinvolto il personale medico e infermieristico, oltre ai pazienti presenti.
Nonostante i tentativi di sensibilizzazione e i richiami al rispetto delle regole e alla salvaguardia dell’ambiente ospedaliero, il detenuto ha reagito con gesti di aperta aggressione, culminati in lesioni a due agenti della Polizia Penitenziaria, con una prognosi di sette giorni.

L’intervento rapido e competente del personale penitenziario ha impedito che la situazione precipitasse ulteriormente, evitando un potenziale scenario di pericolo generalizzato.
L’Osservatorio Sindacale e Applicativo della Polizia Penitenziaria (Osapp), che ha reso pubblico l’accaduto, riafferma con forza la necessità di dotare il Corpo di strumenti di controllo non letali come il Taser, riconosciuto come un elemento cruciale per la gestione di soggetti con elevati profili di rischio, garantendo al contempo la protezione degli operatori penitenziari e la sicurezza della collettività.
L’episodio sottolinea la crescente difficoltà di gestione di detenuti con disturbi psichiatrici o con forti problematiche comportamentali, esacerbate spesso da condizioni di sovraffollamento e scarsità di risorse dedicate all’assistenza psicologica e sociale all’interno degli istituti penitenziari.
Il segretario provinciale Salvatore De Blasi ha espresso la sua gratitudine nei confronti degli agenti coinvolti, riconoscendo il loro senso del dovere e l’impegno profuso in una situazione di elevata difficoltà, evidenziando la necessità di un dibattito pubblico e di un intervento politico urgente per affrontare le criticità strutturali del sistema penitenziario italiano.
L’evento rappresenta un campanello d’allarme che richiede una riflessione approfondita sulla sicurezza all’interno delle carceri e sulla necessità di fornire agli agenti penitenziari gli strumenti e le risorse adeguate per affrontare le sfide sempre più complesse che si presentano quotidianamente.

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