La mostra “Carlo Maratti e l’incisione”, ospitata nella suggestiva cornice della chiesa di San Francesco a Camerano, sta catalizzando un notevole interesse, superando i 2.300 visitatori in meno di due mesi dall’inaugurazione del 17 luglio.
L’iniziativa, frutto della sapiente curatela di Simonetta Prosperi Valenti Rodinò e Stefano Papetti, non si limita a esporre opere, ma propone un’immersione critica nel rapporto simbiotico tra pittura e grafica nell’ambito dell’opera di Carlo Maratti, figura cardine della scena artistica romana del Seicento.
L’esposizione, con un percorso concettuale ben definito, intende ridefinire il ruolo dell’incisione come elemento strategico nella visione artistica e culturale di Maratti.
Non si tratta semplicemente di una retrospettiva, bensì di un’indagine filologica volta a svelare come l’artista, nel contesto di una Roma in fermento artistico e culturale, utilizzò la stampa a bulino e altre tecniche incisorie non solo come supporto alla sua produzione pittorica, ma anche come potente veicolo di diffusione del proprio linguaggio e della propria immagine.
L’approccio curatoriale mira a ricostruire un quadro complesso, rivelando come l’incisione consentisse a Maratti di superare le limitazioni geografiche e sociali tipiche dell’epoca, raggiungendo corti, accademie e collezionisti in tutta Europa.
La mostra presenta un corpus eccezionale di opere, molte delle quali rarissime o mai esposte in precedenza, che testimoniano la maestria tecnica di Maratti e la sua capacità di innovazione.
Le incisioni non sono interpretate come semplici riproduzioni delle sue opere pittoriche, ma come creazioni autonome, frutto di scelte stilistiche e compositive originali, pensate per un pubblico ampio e diversificato.
Come sottolinea Prosperi Valenti Rodinò, “questo progetto riunisce per la prima volta un tesoro di opere che illuminano la complessità di un artista fondamentale per la storia dell’arte europea”.
Papetti aggiunge: “Maratti comprese il potenziale comunicativo dell’incisione, elevandola a strumento per diffondere la propria visione artistica e culturale, contribuendo significativamente alla formazione del gusto e della committenza tra il Seicento e il Settecento”.
L’incisione diventa quindi una chiave interpretativa privilegiata per comprendere l’evoluzione dei canoni estetici e delle dinamiche sociali che caratterizzarono quel periodo storico.
La mostra, prima di proseguire il suo itinerario verso Ascoli Piceno e Roma, offre un’occasione imperdibile per tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza di uno dei più grandi maestri del Barocco italiano.
La concomitanza con la 30/a edizione della Festa del Rosso Conero, che animerà Camerano dal 5 al 7 settembre, rappresenta un’ulteriore incentivo per un viaggio alla scoperta di un patrimonio artistico di inestimabile valore.
La mostra sarà visitabile fino al 14 settembre, con orario dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.