Il Barbiere di Siviglia: un’ode alla giovinezza e all’essenza rossiniana tra storia e contemporaneitàUn’esperienza teatrale attesa con trepidazione, già sold out per l’anteprima dedicata ai giovani, farà tappa al Teatro delle Muse di Ancona il 5 dicembre (ore 20:30) e il 7 dicembre (ore 16:30).
In cartellone, un capolavoro immortale: *Il Barbiere di Siviglia* di Gioachino Rossini, nell’allestimento visionario del regista Damiano Michieletto, originariamente concepito per il Maggio Musicale Fiorentino nel 2003 e da allora acclamato in tutta Italia.
Questa produzione, frutto di una collaborazione tra le Fondazioni Muse e Rete Lirica Marchigiana, con il supporto di International Music and Arts, celebra le radici pesaresi del compositore e valorizza il talento marchigiano, visto che la maggior parte del giovane cast ha affinato le proprie abilità presso il Conservatorio e l’Accademia che portano il suo nome.
Presentati dal direttore artistico Vincenzo De Vivo e dal presidente Andrea Zampini, il coreano Hae Kang, già interprete di Figaro a Firenze, e la russa Aleksandra Meteleva, destinata a incarnare Cenerentola nell’adattamento cinematografico dell’omonima opera, incanteranno il pubblico con le loro interpretazioni.
A completare il cast, con l’apporto di artisti di consolidata esperienza rossiniana, troviamo Pietro Adaini nel ruolo del Conte d’Almaviva, Giuseppe Toia nei panni di Don Bartolo, Eugenio Di Lieto come Don Basilio, Davide Chiodo nel ruolo di Fiorello e Melissa D’Ottavi come Berta.
Sul podio, il direttore d’orchestra Jacopo Brusa guiderà la Form e il Coro del Teatro Ventidio Basso, preparato dal maestro Pasquale Veleno.
L’opera, originariamente rappresentata al Teatro Argentina di Roma nel 1816 su libretto di Cesare Sterbini, ispirato a una commedia di Pierre Beaumarchais, suscitò inizialmente alcune contestazioni da parte dei sostenitori di Niccolò Paisiello, autore di un’opera simile.
Tuttavia, *Il Barbiere di Siviglia* conobbe un successo immediato, consolidando la sua posizione come pilastro del repertorio lirico mondiale.
Al di là della trama settecentesca, che racconta la storia di due giovani innamorati ostacolati da un tutore anziano e opportunista, l’opera riflette la nascita e l’affermazione della borghesia, incarnata anche dal personaggio di Rosina, emblema dell’opera buffa e della genialità rossiniana.
Il libretto, con la sua arguzia e la sua vivacità, fornisce un’istantanea di una società in trasformazione, dove l’amore e l’ingegno si confrontano con le convenzioni e i pregiudizi.
La regia di Michieletto, caratterizzata da una scenografia essenziale e suggestiva, si affida a pochi elementi simbolici: un treno vorticosamente in movimento, rappresentazione di un viaggio verso il futuro; sedie, metafora della vita quotidiana; una scala, simbolo dell’ascesa sociale; e palloncini multicolori, espressione di leggerezza e gioia.
La recitazione, intensa e coinvolgente, assume un ruolo centrale nella narrazione, mentre i costumi originali di Carla Teti, tra cui quello da serpente di Don Basilio, aggiungono un tocco di esilarante assurdità.
In concomitanza con le rappresentazioni, il pubblico potrà apprezzare la mostra *Fotografi all’Opera*, curata dall’associazione Il Mascherone, con le opere di Danilo Antolini, Giorgio Pergolini e Claudio Penna, che documentano gli spettacoli proposti dalle Muse dal 3016 al 2025.
L’ultima replica sarà dedicata a Fabio Armiliato, che donerà alla Fondazione un ritratto del celebre tenore anconetano Franco Corelli, opera del padre Roberto Armiliato.
L’assessora alla Cultura del Comune di Ancona, Marta Paraventi, ha inoltre annunciato l’istituzionalizzazione del Premio Corelli, inizialmente assegnato al tenore Jonas Kaufmann in occasione del centenario della nascita del grande interprete, che diventerà un evento biennale.
Un omaggio a un artista che ha contribuito a definire l’identità culturale di Ancona e dell’Italia nel mondo.







