venerdì 12 Settembre 2025
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Marche: Export in calo, preoccupazioni per l’economia regionale.

Nel secondo trimestre del 2025, le Marche si discostano nettamente dal trend positivo registrato a livello nazionale (+2,1%) e dalle dinamiche vigorose osservate nelle regioni centrali (+10,7%), manifestando un calo dell’export pari al -3,3%.

L’analisi Istat, elaborata da Ires Cgil Marche, dipinge un quadro di rallentamento economico che solleva serie preoccupazioni.

L’andamento negativo non è riconducibile unicamente all’impatto dei dazi doganali, sebbene questi ultimi rappresentino un fattore di incertezza per settori chiave.
Come evidenziato da Giuseppe Santarelli, segretario generale Cgil Marche, la situazione è probabilmente più complessa e riflette dinamiche più profonde che affliggono il tessuto produttivo regionale.
L’analisi settoriale rivela una contrazione significativa in comparti strategici.
Il settore della moda, tradizionalmente trainante per l’economia marchigiana, subisce un tracollo del -12,4%.

Le macchine utensili, cruciali per l’industria manifatturiera, registrano un declino ancora più marcato, con una diminuzione del -18,3%.
La farmaceutica, un settore ad alto valore aggiunto, evidenzia una contrazione del -23,5%, segnalando potenziali difficoltà nella ricerca e sviluppo o nell’accesso a mercati esteri.

A fronte di questo scenario preoccupante, alcuni settori mostrano una relativa resilienza.
L’agroalimentare, beneficiando forse della crescente domanda di prodotti di qualità e della valorizzazione della produzione locale, e la gomma plastica, grazie a possibili applicazioni in settori in espansione, mantengono un andamento più stabile.

Un’eccezione positiva è rappresentata dal settore delle navi e imbarcazioni, che registra una crescita significativa, potenzialmente legata a investimenti specifici o a una ripresa del settore nautico.

La contrazione del commercio estero, sebbene preoccupante di per sé, si aggrava ulteriormente considerando il deterioramento del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni.

Questa combinazione di fattori rischia di generare una spirale negativa che potrebbe compromettere la stabilità sociale ed economica delle Marche.
La perdita di competitività internazionale si somma alla diminuzione del reddito disponibile delle famiglie, aumentando il rischio di tensioni sociali e di un rallentamento della domanda interna.

È imperativo, pertanto, un intervento concertato e strategico che coinvolga istituzioni, imprese e parti sociali.

Un approccio sinergico, volto a sostenere l’innovazione, a favorire l’accesso al credito, a semplificare le procedure burocratiche e a promuovere la formazione professionale, è essenziale per invertire la tendenza e rilanciare l’economia marchigiana.

La sfida è complessa, ma la capacità di collaborazione e la resilienza dimostrata nel corso della storia regionale possono rappresentare le chiavi per superare questo momento di difficoltà e costruire un futuro di crescita sostenibile e inclusivo.

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