Il quadro del mercato del lavoro nelle Marche nel primo semestre del 2025 dipinge un’immagine complessa, caratterizzata da una fragilità strutturale che contrasta con i segnali di ripresa a livello nazionale.
I dati elaborati dall’Ires Cgil Marche, basati su fonti Inps e Istat, rivelano una tendenza preoccupante: le assunzioni a tempo indeterminato, che dovrebbero rappresentare il motore di una crescita sostenibile, si attestano a un modesto 10,4% del totale, in marcato calo rispetto alle aspettative.
Questa situazione è ulteriormente aggravata dalla prevalenza di forme contrattuali precarie.
Il contratto a termine domina il panorama occupazionale marchigiano con una quota del 36,2%, mentre il contratto intermittente, vero e proprio indicatore di un mercato del lavoro frammentato e instabile, raggiunge un’incidenza del 20,2%.
Un dato che posiziona la regione in cima alla classifica nazionale per questa particolare tipologia contrattuale, superando di oltre il doppio la media nazionale e segnalando una vulnerabilità che impone interventi mirati.
L’aumento della disoccupazione, con un incremento del 10% che porta il numero dei disoccupati a 41.000 unità, conferma un trend negativo che necessita di un’analisi approfondita delle cause.
Parallelamente, la stabilità degli inattivi, attestati a 261.000 persone, suggerisce una potenziale capacità di offerta di lavoro che, tuttavia, non si traduce in un effettivo ingresso nel mercato del lavoro.
L’andamento della Cassa Integrazione, in crescita del 15,6% rispetto allo stesso periodo del 2024, con 11,9 milioni di ore richieste e autorizzate, costituisce un ulteriore campanello d’allarme.
L’aumento è quasi esclusivamente concentrato nel settore industriale, con particolare riferimento ai comparti tessile-abbigliamento, pelli-cuoio-calzature – settori storicamente importanti per l’economia regionale, ma oggi in forte difficoltà e bisognosi di una profonda riqualificazione e di politiche di sostegno mirate.
Il numero complessivo degli occupati, pari a 653.000 unità, registra un incremento marginale (+0,6%), un dato che, seppur positivo, risulta significativamente inferiore alle medie nazionali e del Centro Italia.
Questa discrepanza si riflette anche nel tasso di occupazione, che scende al 67,1% nella fascia di età compresa tra i 15 e i 64 anni, in netta controtendenza rispetto al resto del Paese.
Questo dato, in particolare, solleva interrogativi sulla capacità di attrarre e trattenere talenti nella regione.
La segretaria della Cgil Marche, Eleonora Fontana, sottolinea con chiarezza che la piena occupazione e la qualità del lavoro devono costituire la priorità assoluta della nuova giunta regionale.
È imperativo, a tal fine, implementare una programmazione efficace e coordinata di tutti i fondi disponibili, indirizzando gli interventi verso la promozione di contratti stabili, la riqualificazione professionale, l’incentivazione all’imprenditorialità e il sostegno alle categorie più vulnerabili, quali donne e giovani.
L’obiettivo deve essere quello di invertire le dinamiche attuali, costruendo un mercato del lavoro più equo, inclusivo e capace di garantire opportunità di crescita e sviluppo per tutti i cittadini marchigiani, guardando con particolare attenzione alle sfide poste dalla transizione ecologica e digitale.