La sanità marchigiana si trova di fronte a una sfida cruciale, incarnata emblematicamente dalla gestione degli interventi per cataratta.
La disparità tra l’accesso rapido tramite il privato, con una spesa di circa 1.500 euro, e i lunghi tempi di attesa – fino a diciotto mesi – per la sanità pubblica, solleva interrogativi profondi sulla tenuta del sistema e sull’effettivo diritto alla salute.
A denunciare la situazione è il medico Achille Ginnetti, affiancato dal candidato Matteo Ricci, che ne evidenzia le implicazioni sociali ed economiche, un campanello d’allarme che risuona in un contesto già fragile.
L’intervento per cataratta, seppur tecnicamente risolvibile con relativa semplicità, rappresenta un nodo complesso.
Non è solo una questione di vista offuscata, ma un problema che incide direttamente sulla qualità della vita, sull’autonomia personale e sulla partecipazione attiva nella società.
La perdita della capacità visiva, specialmente in età avanzata, può portare a difficoltà nell’espletamento di attività quotidiane, nella gestione delle pratiche burocratiche, come il rinnovo della patente di guida, e, soprattutto, nell’esercizio del diritto alla mobilità.
Questo ultimo punto è particolarmente rilevante in contesti territoriali come le Marche, dove la carenza di trasporti pubblici efficienti (TPL) esclude intere fasce di popolazione, soprattutto anziani residenti in aree marginali, dalla vita comunitaria.
Questi individui, spesso cruciali per il supporto reciproco all’interno delle famiglie – il nonno che accompagna il nipote a scuola, la nonna che si prende cura dei figli lavoratori – rischiano l’isolamento, con conseguenze pesanti sul tessuto sociale e sul sistema di welfare informale che in Italia, storicamente, ha compensato le lacune dei servizi pubblici.
La disparità tra sanità pubblica e privata non è un mero dettaglio amministrativo, ma una frattura che mette a dura prova il principio costituzionale di uguaglianza nell’accesso alle cure.
Il divario economico crea una situazione in cui la possibilità di usufruire di un servizio essenziale, come un intervento per cataratta, diventa un privilegio riservato a chi può permetterselo, lasciando indietro coloro che invece confidano nella protezione del sistema sanitario pubblico.
La questione va al di là della mera efficienza amministrativa.
È un problema di giustizia sociale, che riguarda il diritto fondamentale alla salute e la capacità di ogni cittadino di partecipare pienamente alla vita della comunità.
Risanare il sistema sanitario marchigiano richiede un investimento mirato, non solo di risorse finanziarie, ma anche di competenze e di visione strategica.
È necessario ripensare l’organizzazione dei servizi, rafforzare la medicina territoriale, promuovere l’innovazione tecnologica e, soprattutto, mettere al centro il paziente, con le sue esigenze e le sue fragilità.
Solo così sarà possibile garantire un accesso equo e tempestivo alle cure, restituendo dignità e autonomia a chi ne ha più bisogno.
La salute non è una merce, ma un diritto inalienabile, un pilastro fondamentale di una società civile.