La questione del debito accumulato dalla Regione Calabria nei confronti dell’INRCa Marche, che ammonta a oltre 17,5 milioni di euro, solleva non solo un’emergenza finanziaria, ma anche interrogativi profondi sulla governance regionale, l’equità nell’accesso alle cure e la trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici.
L’appello lanciato dall’eurodeputato dem Matteo Ricci e dalla consigliera regionale Micaela Vitri, in una conferenza stampa ad Ancona, non è semplicemente una richiesta di sollecito, bensì un monito all’amministrazione calabrese e una difesa dei diritti dei cittadini marchigiani.
La vicenda affonda le sue radici in una complessa sequenza di eventi, iniziata con la progressiva esclusione del presidio INRCa di Cosenza dalla gestione sanitaria accentrata.
Questa scelta, che la consigliera Vitri aveva già posto sotto scrutinio attraverso un’interrogazione in Assemblea legislativa nel novembre 2024, solleva dubbi legittimi sulla continuità degli obblighi finanziari della Calabria nei confronti dell’INRCa Marche.
L’accordo firmato tra il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e l’Assessore alla Sanità, Zito, appare vago e insufficiente, mancando di specificare l’ammontare preciso del debito e le modalità e tempistiche di rimborso.
La critica mossa da Vitri è incisiva: si tratta di risorse destinate alla sanità pubblica, un settore già pesantemente provato da carenze strutturali e finanziarie.
Il mancato rispetto degli impegni contratti non solo danneggia l’INRCa Marche, compromettendo la sua capacità di fornire servizi essenziali, ma mina anche la fiducia dei cittadini nella corretta gestione del denaro pubblico.
La richiesta di una precisa indicazione entro il 28 settembre non è un mero esercizio di pressione politica, ma una necessità improrogabile per garantire la trasparenza e la responsabilità dell’azione amministrativa.
Ricci, con toni ancora più diretti, sottolinea l’urgenza di una risoluzione prima delle elezioni, definendo qualsiasi ritardo come un “ulteriore tradimento” nei confronti dei cittadini marchigiani.
La sua promessa di schierarsi in prima linea per la tutela dei diritti dei cittadini rappresenta un impegno concreto a vigilare sul rispetto degli obblighi finanziari e a promuovere una governance regionale più equa e trasparente.
Questa vicenda, lungi dall’essere un mero contenzioso finanziario, evidenzia le fragilità del sistema sanitario italiano, la necessità di una maggiore collaborazione tra le regioni e l’importanza di un controllo rigoroso sull’utilizzo delle risorse pubbliche, in un contesto di crescente pressione demografica e finanziaria.
La risoluzione del debito calabrese non è solo una questione di giustizia per i cittadini marchigiani, ma un banco di prova per la credibilità dell’intero sistema sanitario nazionale.