L’annuncio dell’assessora Cinzia Petetta, responsabile a Senigallia per i servizi alla persona e le pari opportunità, ha acceso un acceso dibattito nel Consiglio Comunale.
La proposta di celebrare il 19 novembre come Giornata Internazionale dell’Uomo, con l’obiettivo di esaltare modelli maschili virtuosi e affrontare il tema della violenza, ha generato reazioni contrastanti, in particolare da parte di associazioni locali impegnate nella promozione dei diritti delle donne.
L’iniziativa, presentata come un tentativo di riflessione sui comportamenti maschili, si scontra con l’interpretazione di molte realtà associative che la considerano una pericolosa equiparazione tra una celebrazione priva di riconoscimento ufficiale, istituita nel 1991 da Thomas Oaster, e la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, un’occasione cruciale riconosciuta dall’ONU e celebrata a livello globale il 25 novembre.
La critica principale risiede nella percezione di una strumentale contrapposizione tra i generi, una narrazione che si discosta dalla complessità del fenomeno della violenza di genere e dalle strategie di contrasto più efficaci.
Le organizzazioni che si oppongono all’iniziativa sottolineano la necessità di un impegno condiviso da parte di uomini e donne nel contrasto al femminicidio, un crimine ora riconosciuto come reato specifico contro le donne.
Tuttavia, esse ritengono che l’azione proposta dall’assessore Petetta, lungi dal favorire un coinvolgimento costruttivo degli uomini, rischia di banalizzare il problema e di distrarre l’attenzione dalle disuguaglianze strutturali che alimentano la violenza.
Le associazioni esprimono profonda preoccupazione per un atteggiamento istituzionale che, soprattutto da parte di figure preposte alla promozione delle pari opportunità, appaia così semplicistico e divisivo.
Ritenendo che le risorse disponibili dovrebbero essere indirizzate verso la sensibilizzazione sulle discriminazioni di genere e il supporto a soggetti vulnerabili, soprattutto in ambito scolastico, le realtà associative sollecitano una revisione dell’iniziativa e un cambio di rotta nelle politiche di genere del comune.
Si invoca una riflessione più approfondita sulle cause profonde della violenza e sull’importanza di promuovere una cultura del rispetto e della parità, che vada al di là di celebrazioni simboliche e si traduca in azioni concrete a favore delle donne e di tutte le persone che vivono in condizioni di fragilità.
È imperativo, secondo le associazioni, lavorare per un cambiamento culturale che riconosca la specificità delle esperienze femminili e affronti le radici della disuguaglianza.







