La crescente insopportabilità delle liste d’attesa nella sanità marchigiana richiede un intervento urgente e strutturale, ben oltre le dichiarazioni di intenti.
L’incontro con i referenti del Comitato Diritto alla Salute e del loro sportello “Sos liste d’attesa”, un’iniziativa fondamentale per l’assistenza gratuita ai cittadini, ha messo in luce una realtà drammatica: un intralcio sistemico al diritto costituzionale alla salute.
Il Piceno, come ampiamente documentato dal lavoro del Comitato, è solo la punta dell’iceberg di una crisi che affligge l’intera regione.
L’emergenza attuale non è semplicemente un problema di gestione, ma il risultato di scelte politiche miopie che hanno progressivamente eroso la capacità del sistema sanitario pubblico di rispondere ai bisogni della popolazione.
Una gestione regionale caratterizzata da improvvisazione e mancanza di visione strategica ha generato non solo disorientamento e inefficienza, ma ha anche contribuito ad un aumento esponenziale dei costi, a scapito della qualità e dell’accessibilità delle cure.
L’esodo del personale sanitario verso il settore privato, alimentato da carenze strutturali, demotivazione e blocchi contrattuali, aggrava ulteriormente la situazione, lasciando al sistema pubblico una capacità ridotta di erogare servizi essenziali.
La conseguente rinuncia alle cure da parte di un numero significativo di cittadini, a causa di difficoltà economiche, è un indicatore allarmante della disfunzione profonda che affligge la sanità regionale.
Il piano straordinario proposto da Matteo Ricci rappresenta un punto di partenza cruciale, ma deve essere declinato in un’azione concreta e misurabile.
Non si tratta solo di assumere nuovo personale, benché questo sia imprescindibile, ma di ripensare radicalmente l’organizzazione dei servizi.
Una governance multilivello, che coinvolga attivamente i territori e la partecipazione delle comunità locali, è essenziale per garantire una gestione più efficace e trasparente.
L’introduzione di strumenti di intelligenza artificiale, applicati in maniera etica e responsabile, potrebbe ottimizzare l’allocazione delle risorse, ridurre i tempi d’attesa e favorire l’equità nell’accesso alle cure.
Il potenziamento della medicina territoriale, con un’attenzione particolare alla prevenzione e alla presa in carico globale del paziente, è fondamentale per alleggerire la pressione sui pronto soccorso e garantire una continuità assistenziale.
È imperativo investire nella formazione del personale sanitario, incentivando la permanenza nel settore pubblico e promuovendo un ambiente di lavoro positivo e gratificante.
Il Partito Democratico si impegna a sostenere attivamente le cittadine e i cittadini, i comitati civici e le associazioni che si battono per la difesa di una sanità pubblica, universale, accessibile e di qualità, riconoscendo il valore imprescindibile del contributo professionale e umano di medici, infermieri e operatori sanitari, che quotidianamente si dedicano con abnegazione a garantire il diritto alla salute, nonostante le crescenti difficoltà.
La battaglia per la sanità pubblica è una battaglia per la dignità umana e per il futuro della nostra regione.