ANTONIO MARRAS autunno inverno 2020 – 2021: TRA FANTASIA, ORDINE E CAOS

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Per l’autunno inverno 2020 – 2021 Antonio Marras ci trascina nel suo mondo fashion fatto di racconti, di personaggi, di cultura, d’amore per il territorio e di fantasia. La sua collezione, anche questa volta, prende spunto da una storia che mescola la realtà con l’immaginazione. Il risultato? Un connubio perfetto tra sregolatezza e stile.

‪“The Crazy Sewing Machine and the Sparkling Jana”, il racconto

La favola che sfila in passerella, “The Crazy Sewing Machine and the Sparkling Jana”, narra le vicende delle donne della ‪Domus de Jana: signore e signorine che si riunivano in una grande casa a cucire, rammendare e ricamare a telaio.

Le tessitrici erano talmente brave con ago e filo al tal punto che la loro maestria era riconosciuta sia dagli abitanti dell’isola, sia da quelli di tutto il continente.

Per tutti queste donne avevano un potere: avevano mani di fata che le permettevano di intrecciare i tessuti fra loro e con qualsiasi altro elemento. Non essendo di ceto alto, le fanciulle giravano per i boschi alla ricerca di pietre preziose, piume di uccelli, petali di fiori… insomma qualsiasi cosa in grado di abbellire le loro vecchie vesti e quelle dei loro mariti.

Tra canti, imbastiture e impuntiture varie la vita all’interno della Domus de Jana scorreva liscia, a rompere quest’idilliaco equilibrio fu il ritorno in paese di Graziedda. ‪Graziedda tornò da Londra accompagnata dal suo uomo londinese: John,  ‪venditore di macchine da cucire. Se l’arrivo di John passò quasi in sordina, quello del congegno non passò per nulla inosservato.

Attratte dalla possibilità di risparmiare molto tempo e fatica, tutte le donne della Domus de Jana acquistarono un apparecchio taglia e cuci. Ovviamente, però, nessuna delle donne sapeva usare la macchina per cucire ‪ e così d’un tratto, uno degli apparecchi si ribellò e prese il sopravvento cucendo e correndo, come fosse impazzita, seminando tracce, grovigli, nodi e fili pendenti, strappi, interruzioni… ‪ Solo Graziedda, dopo un estenuante tête-à-tête riuscì a domare lo strumento e insegnò a tutte le sue amiche come governarlo al meglio. 

Antonio Marras dichiara: “La collezione “The Crazy Sewing Machine and the Sparkling Jana” è dedicata a Maria Lai,  una compagna di viaggio, una musa, un’amica geniale affettuosa e custode dell’anima che mi ha preso per mano e mi ha condotto altrove”. 

 In passerella sfilano gli elementi della favola e la collaborazione con Swarovski

Quello di Marras è un défilé che ordisce, racconta e unisce tessuti diversissimi fra loro con lo scintillio degli ‪ Swarovski. Ecco che gli jacquard stratificati convivono con i quadri, i galles classici e le pellicce ecologiche; i pizzi chantilly s’ingarbugliano con i pois dorati, le piume, i twill di seta e la lana cotta e i velluti cangianti si mescolano con i broccati pesanti in un gioco di contrasti sapientemente bilanciato e armonioso in grado di sconvolgere le regole non scritte del New Romantic. È qui che il “vecchio” prende nuova vita e si armonizza al presente per dettar legge nel futuro. Un domani che guarda benevolmente al riciclo e all’arte di “abbondonare i tracciati consueti, l’ordine riconosciuto, per scoprire significati a un tempo antichissimi e nuovi, universali e individuali”.

Esplodono anche i colori: il bianco, il nero, il porpora, il celeste, il rosa cipria, l’écru e i verdi scuro e salvia.

Sfilano lui e lei, in un contrasto ossimoro tra ordine e caos

Per lui e per lei la figura retorica dell’ossimoro regna sovrana. Attenzione però a non confondere la proposta etichettandola semplicemente con la locuzione “ gli opposti si attraggono”, perché non è così. A differenza della “moda retorica” a contrasto, in questa collezione i tessuti e i colori abbinati hanno sempre una funzione determinante nei confronti dell’altro; si tratta, quindi, di una combinazione scelta deliberatamente per creare sorprendenti effetti stilistici che ancora non possiedono un nome. Un plauso ad Antonio Marras, che ancora una volta è riuscito a cacciare lo spettro della banalità. 

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