La recente immagine catturata da una fototrappola nel versante valdostano del Parco Nazionale Gran Paradiso riaccende l’attenzione su un evento eccezionale: la persistente presenza della lince eurasiatica (Lynx lynx) nelle Alpi.
Gli avvistamenti, pur sporadici, si susseguono ora con una frequenza inattesa, segnando una significativa evoluzione rispetto alla sua estinzione localizzata agli inizi del XX secolo, evento causato dalla combinazione di persecuzioni dirette, perdita di habitat e contrazione della base alimentare.
L’immagine, testimonianza tangibile di questo ritorno, è molto più di una semplice fotografia; è un simbolo della resilienza della natura e del potenziale di ripresa di specie iconiche anche in contesti montani complessi e antropizzati.
La lince, predatore apicale cruciale per l’equilibrio degli ecosistemi alpini, è un indicatore biologico sensibile, la cui presenza segnala un miglioramento delle condizioni ambientali e una maggiore connettività ecologica tra le aree montane.
L’utilizzo di fototrappole, strumenti di monitoraggio non invasivi, si rivela fondamentale per seguire le tracce di questo felino elusivo, noto per la sua capacità di adattamento e la tendenza a evitare il contatto con l’uomo.
Il monitoraggio genetico, un’altra componente essenziale, consente di distinguere gli individui, tracciando i movimenti, stimando la dimensione della popolazione locale e, soprattutto, comprendendo se gli avvistamenti siano riconducibili allo stesso esemplare o a individui diversi provenienti da popolazioni esterne.
Il Parco Nazionale Gran Paradiso, con la sua estesa superficie e la ricchezza di habitat diversificati, rappresenta un rifugio potenzialmente favorevole per la lince.
La connettività ecologica con le popolazioni di lince presenti in altre aree alpine, come quelle del Trentino e del Piemonte, potrebbe essere un fattore determinante per la dispersione e la colonizzazione del versante valdostano.
Le attività di monitoraggio in corso non si limitano all’identificazione degli individui; mirano a ricostruire la storia recente della presenza della lince, a valutarne l’impatto sulla fauna selvatica e a sviluppare strategie di gestione appropriate per garantirne la sopravvivenza a lungo termine.
Questo include la mitigazione dei conflitti con le attività umane, la protezione degli habitat cruciali e la sensibilizzazione delle comunità locali sull’importanza della conservazione di questo magnifico predatore.
L’avvento di nuove tecnologie, unite ad una crescente consapevolezza del valore intrinseco della biodiversità, offrono oggi opportunità senza precedenti per la conservazione della lince e per la tutela del patrimonio naturale alpino.









