Il progetto di ricostruzione e riqualificazione della Valnontey, colpita da un evento alluvionale un anno fa, solleva gravi preoccupazioni riguardo alla tutela ambientale del Parco nazionale. Sebbene sia comprensibile l’esigenza di norme in deroga ai vincoli e alle restrizioni per semplificare le procedure e velocizzare i lavori in un momento di emergenza, è altamente improponibile utilizzare queste stesse disposizioni per pianificare, ridisegnare e urbanizzare una zona naturale senza alcun coinvolgimento pubblico né rendicontazione.Le immagini del progetto presentato mostrano un’imponente modifica dell’ambiente originario, con una canalizzazione molto pesante del torrente e una cementificazione dei percorsi viari che ricorda le periferie costruite da zero. Questo nuovo assetto urbanistico sembra aver dimenticato l’obiettivo della tutela ambientale per cui il Parco Nazionale è stato istituito, ovvero quello di preservare la natura e la biodiversità dei luoghi protetti.La naturalezza del luogo che attirava numerosi turisti amanti della natura sembra essere stata dimenticata in questo progetto. L’urbanizzazione e la cementificazione dei percorsi viari potrebbero infatti modificare irreversibilmente l’ambiente, creando un impatto negativo sulla biodiversità locale.Inoltre, non ci sono indicazioni su quali siano state le consultazioni pubbliche o i coinvolgimenti delle comunità locali nel processo decisionale. Questo aspetto è particolarmente grave poiché i luoghi protetti come il Parco Nazionale dovrebbero essere gestiti in modo partecipativo e rispettoso delle esigenze delle comunità che li abitano.È nostro dovere vigilare affinché la tutela ambientale del Parco nazionale non venga compromessa da progetti di urbanizzazione e cementificazione. È necessario riaprire il confronto pubblico su questo tema per assicurarsi che i principi della tutela ambientale siano sempre rispettati.
La valle del Parco Nazionale a rischio: cementificazione e perdita di biodiversità
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