Un’indagine complessa, protrattasi nei mesi di luglio e novembre, ha portato all’arresto di un giovane algerino di ventitré anni a Alba (Cuneo), accusato di una serie di gravi reati che hanno insidiato la sicurezza della comunità locale.
L’uomo risponde di accuse pesanti, che spaziano dalla tentata rapina, aggravata da lesioni personali, al furto, includendo specifiche contestazioni di furto in abitazione e porto ingiustificato di armi, con l’ipotesi di concorso in alcune delle azioni criminali.
Le indagini, condotte con scrupolo da parte dei Carabinieri della compagnia di Alba, hanno ricostruito un quadro preoccupante di violenza e prevaricazione.
Un episodio particolarmente grave riguarda un’aggressione nei pressi di una fermata dell’autobus, dove un giovane è stato vittima di tentata rapina.
L’aggressione, consumatasi in orario notturno, ha lasciato il ragazzo ferito da una coltellata.
Il padre, intervenuto per difendere il figlio, ha subito ferite al collo e al torace, con una prognosi di dieci giorni.
Questo episodio sottolinea la brutalità e la premeditazione che sembrano caratterizzare le azioni dell’indagato.
La gravità delle accuse si estende anche al patrimonio della solidarietà locale.
L’indagato è sospettato di aver compiuto furti ripetuti presso la Caritas diocesana, un atto che colpisce direttamente la rete di sostegno per i più vulnerabili.
Si aggiungono a questo una denuncia per scippo, con il furto di un borsello contenente denaro e un telefono cellulare ad una persona che stava transitando per strada.
Infine, un’ulteriore aggressione, presumibilmente commessa in collaborazione con complici ancora da identificare, ha lasciato un uomo in prognosi riservata, sollevando interrogativi sulla rete criminale alla quale l’indagato potrebbe essere collegato e sulla necessità di ulteriori approfondimenti investigativi.
L’operazione dei Carabinieri, lungi dall’essere conclusa, apre.







