Export Italia: Resilienza e Ripresa nel 2025, Quarta Forza al G20

L’export italiano, dopo una fase di contrazione nel 2024 rispetto all’anno precedente (-3,3 miliardi di euro, un decremento dello 0,5%), ha dimostrato una notevole resilienza e capacità di ripresa nei primi nove mesi del 2025.

I dati recenti, elaborati dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, evidenziano un aumento significativo, con un incremento di 16,6 miliardi di euro (+3,6%) rispetto allo stesso periodo del 2024.

Questa performance positiva, sebbene ancora preliminare per poter trarre conclusioni definitive, suggerisce una tenuta delle vendite italiane sui mercati internazionali, anche in un contesto segnato da politiche commerciali protezionistiche e tensioni geopolitiche.

L’impatto delle tariffe imposte dall’amministrazione Trump, inizialmente temuto, non sembra aver determinato un tracollo delle esportazioni italiane, né verso gli Stati Uniti, né verso altre aree geografiche.

Al contrario, l’Italia ha compiuto un significativo balzo in avanti, posizionandosi al quarto posto tra i Paesi del G20 per valore di esportazioni di merci, con una cifra di quasi 190 miliardi di dollari.

Questa classifica, secondo i dati dell’OCSE, la vede superare il Giappone e attestarsi dietro a Cina, Stati Uniti e Germania, sottolineando la competitività del made in Italy a livello globale.

Un elemento cruciale di questa dinamica positiva è la ripresa delle vendite verso il mercato statunitense.

Dopo la contrazione del 2024 (-2,2 miliardi, -3,3%), i primi nove mesi del 2025 hanno visto un aumento di 4,3 miliardi (+9%), portando l’export totale verso gli USA a 52,4 miliardi di dollari.
L’analisi della Cgia suggerisce che questa ripresa possa essere attribuita a un fenomeno di “anticipazione” degli acquisti da parte dei consumatori americani, che hanno cercato di preavvisarsi dell’entrata in vigore delle nuove tariffe.
Questa ipotesi trova riscontro nei dati mensili, che mostrano un calo del 21,6% ad agosto, subito seguito da un’impennata del 34,7% a settembre, indicando una brusca inversione di tendenza.
Questa fluttuazione mensile, oltre a confermare l’effetto dell’anticipazione degli acquisti, evidenzia la vulnerabilità dell’export italiano alle politiche commerciali internazionali e la necessità di diversificare i mercati di sbocco per mitigare i rischi derivanti da eventuali nuove barriere tariffarie o protezionistiche.

La performance attuale, pur incoraggiante, non deve indurre a compiacimento, ma stimolare un’azione strategica volta a rafforzare la competitività del sistema produttivo italiano, promuovendo l’innovazione, la sostenibilità e l’apertura a nuovi orizzonti commerciali.

Un’analisi più approfondita delle cause sottostanti a questa resilienza, considerando fattori quali la forza del dollaro americano, la domanda interna statunitense e la capacità dell’industria italiana di adattarsi rapidamente, potrebbe fornire indicazioni preziose per orientare le future politiche di sviluppo economico.

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