Innovazione in Italia: Umbria sotto pressione, calo dei brevetti.

Rallentamento dell’innovazione industriale in Italia: l’Umbria sotto la lente d’ingrandimentoIl panorama italiano della proprietà industriale nel 2024 riflette un arretramento significativo, segnando una decelerazione nell’innovazione del Paese.

Le domande di brevetto europeo presentate da aziende italiane hanno subito una contrazione del 3,5%, con 168 richieste in meno rispetto all’anno precedente.

Questa flessione, seppur non catastrofica, evidenzia una perdita di dinamismo nell’ecosistema dell’innovazione nazionale, un campanello d’allarme che risuona con particolare intensità in Umbria, regione che ha registrato il calo più marcato a livello regionale (-26,7%).
La disomogeneità territoriale è un tratto distintivo di questa tendenza.
Mentre il Centro Italia mostra una crescita del 4,7%, il Nord-Est si mantiene stabile, il Nord-Ovest mostra segni di contrazione (-7,7%) e il Mezzogiorno subisce una flessione più accentuata (-16,5%).

Questo quadro composito sottolinea le disparità regionali nel potenziale innovativo del Paese.
Un aspetto cruciale è la sofferenza del settore high-tech, a fronte della tenuta dei settori più tradizionali.
Questa inversione di tendenza rispecchia una sfida più ampia: la capacità di trasformare la ricerca avanzata in applicazioni industriali concrete.

L’Umbria, pur nella sua piccola dimensione, si trova ad affrontare una situazione particolarmente critica.

La regione, con le sue due università (Perugia e l’Università per Stranieri), dovrebbe essere un polo di eccellenza per la ricerca e l’innovazione.
Tuttavia, la brusca diminuzione delle domande di brevetto – un indicatore chiave della vitalità industriale – solleva interrogativi sulla capacità di tradurre il potenziale accademico in crescita economica.
La Camera di Commercio umbra sottolinea la necessità di accelerare e semplificare il trasferimento tecnologico, soprattutto per le Piccole e Medie Imprese (PMI), che rappresentano la spina dorsale del tessuto produttivo regionale.
Il ruolo del sistema camerale, attraverso iniziative come Dintec e i Punti Impresa Digitale, è cruciale per colmare il divario tra ricerca e impresa.

Le azioni concrete che l’Umbria dovrebbe intraprendere includono un maggiore scouting di idee brevettabili all’interno delle aziende, servizi di tutela della proprietà intellettuale più rapidi e accessibili per le PMI, progetti congiunti tra imprese e università focalizzati su problemi reali, spazi e incentivi per la prototipazione e il testing, e una maggiore facilitazione nel passaggio dalla ricerca al prodotto.
Il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, ha lanciato un appello diretto al sistema economico e istituzionale regionale, esortando a un rafforzamento del collegamento tra ricerca e tessuto produttivo.
Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, ha sottolineato che l’innovazione rimane un fattore cardine per la competitività e che l’Italia deve recuperare terreno rispetto ad altri Paesi europei nella ricerca di brevetti industriali.
La sfida per l’Umbria, come per l’Italia nel suo complesso, è trasformare il ricco patrimonio di competenze – università, imprese e reti di supporto – in risultati tangibili e difendibili sui mercati globali, costruendo un futuro basato sulla creazione di valore, occupazione qualificata e crescita sostenibile.

La sinergia tra regione, università, sistema camerale e associazioni di categoria si presenta come il motore propulsivo di questo ambizioso percorso.

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