martedì 7 Ottobre 2025
12 C
Milano

Occupazione all’Università di Milano: Studenti in Piazza per la Palestina

Un atto di disobbedienza civile ha animato il cuore pulsante dell’Università Statale di Milano, con l’occupazione della sede di via Conservatorio ad opera del collettivo studentesco “Rebelot”.
L’azione, comunicata attraverso i canali social del gruppo, si configura come un’ulteriore escalation di un impegno studentesco di lunga data volto a sollevare la questione palestinese e a denunciare le dinamiche del conflitto israelo-palestinese.
L’occupazione, più che un evento isolato, si inserisce in un quadro di mobilitazione permanente che il collettivo “Rebelot” ha costantemente alimentato.

Questa mobilitazione non si limita alla mera protesta, ma si propone come una presa di posizione politica esplicita, condannando, con toni decisi, ciò che viene percepito come un genocidio palestinese e una critica radicale nei confronti delle politiche israeliane.

La scelta di occupare la sede di via Conservatorio, che ospita la facoltà di Scienze politiche, non appare casuale.
Il collettivo sembra voler focalizzare l’attenzione sul ruolo delle scienze sociali e politiche nell’analisi e nella comprensione dei fenomeni globali, sottolineando l’urgenza di un dibattito critico e di un’azione concreta in risposta alle drammatiche conseguenze del conflitto israelo-palestinese.
L’occupazione solleva interrogativi profondi sul ruolo dell’università come spazio di confronto, di dissenso e di impegno civile.
In un contesto storico segnato da crescenti tensioni geopolitiche e da un aumento delle disuguaglianze globali, la voce degli studenti, spesso marginalizzata, reclama un ruolo attivo nella costruzione di un futuro più giusto e pacifico.
L’azione dei collettivi studenteschi, sebbene possa generare reazioni contrastanti, testimonia la crescente consapevolezza critica delle nuove generazioni e la loro volontà di non rimanere indifferenti di fronte a ingiustizie percepite come inaccettabili.

La questione palestinese, lungi dall’essere un tema relegato a dibattiti accademici, si configura come un nodo cruciale delle sfide contemporanee, che impongono un ripensamento profondo dei valori fondanti della convivenza civile e della responsabilità globale.

L’occupazione è, quindi, un segnale di disagio e di richiesta di cambiamento, un appello all’università e alla società civile per un impegno più attivo e consapevole.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -