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sabato 25 Ottobre 2025

Omicidio a Firenze: richiesta ergastolo per i brasiliani Ponciano

Il processo che si è concluso a Firenze il 28 ottobre scorso ha visto la Procura della Repubblica, rappresentata dal pubblico ministero Sandro Cutrignelli, richiedere la condanna all’ergastolo, con regime di isolamento diurno per un periodo di otto mesi, nei confronti di Guilherme e Matheus Ponciano, due cittadini brasiliani accusati di omicidio volontario aggravato e rapina ai danni di Safaei Kiomars, un commerciante iraniano di 72 anni.
L’evento tragico ha avuto luogo il 29 novembre 2023, quando Kiomars è stato ritrovato senza vita all’interno del suo domicilio nel quartiere di Novoli.
La vicenda, che ha profondamente scosso la comunità fiorentina, ha portato alla luce un quadro di violenza premeditata e una spietata esecuzione.

L’anziano commerciante, figura conosciuta e rispettata al Mercato del Porcellino, dove gestiva una bancarella da anni, è stato trovato in condizioni orribili: immobilizzato con le mani legate alle spalle e con un sacchetto di plastica ad impedirgli la respirazione.

L’autopsia ha confermato che la causa della morte era asfissia, conseguenza diretta dell’aggressione subita.

L’inchiesta, condotta dalle autorità competenti, si è avvalsa delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza presenti nell’area residenziale.
Queste prove cruciali hanno permesso di identificare un individuo incappucciato, presumibilmente l’esecutore materiale dell’omicidio, mentre un altro uomo, con un ruolo di sentinella, si manteneva a presidio della strada.
La rapidità e l’efficacia delle indagini hanno portato all’arresto dei due fratelli Ponciano presso l’aeroporto di Bologna, mentre tentavano di lasciare il territorio nazionale.
Nel corso del processo, il pm Cutrignelli ha sottolineato l’importanza del ruolo di Matheus Ponciano, il fratello minore, non solo come palo, ma anche come coordinatore dell’azione criminale.
Questa responsabilità, a suo avviso, è equiparabile a quella dell’autore materiale dell’omicidio, giustificando la richiesta di pena massima.

La Procura ha quindi delineato un quadro di una pianificazione accurata e di una collaborazione attiva tra i due imputati, evidenziando la gravità delle loro azioni e il danno arrecato alla vittima e alla sua famiglia.
La sentenza, attesa con ansia dalla comunità, segnerà un punto cruciale in questa vicenda drammatica, riflettendo la severità della giustizia nei confronti di crimini così efferati e la necessità di tutelare la sicurezza e l’incolumità dei cittadini.

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