sabato 22 Novembre 2025

Pavia sotto shock: medico aggredito, cresce l’allarme sicurezza.

Un episodio di inaudita violenza ha scosso la tranquillità del centro storico di Pavia, sollevando interrogativi urgenti sulla sicurezza urbana e la crescente marginalizzazione giovanile.

Un medico sessantacinquenne, figura professionale dedita alla cura e al benessere della comunità, è stato vittima di un’aggressione da parte di un gruppo di giovani, una “baby gang” come spesso vengono etichettizzati questi aggregati di età compresa tra l’adolescenza e la giovane età adulta.

L’aggressione, avvenuta in prossimità di piazza Duomo, un’area storica e di passaggio cruciale per la città, ha avuto origine da un semplice tentativo di transito.

Il medico, rientrando a casa con il proprio veicolo, si è trovato bloccato da un gruppo di ragazzi che, per dinamiche ancora da chiarire, ostruivano la strada.
La richiesta di agevolare il passaggio, una necessità elementare, è stata accolta con insulti e provocazioni, segnale di una mancanza di rispetto e di una scarsa percezione delle conseguenze delle proprie azioni.

La reazione del medico, comprensibilmente esasperato, è stata quella di scendere dall’auto, tentando di risolvere la situazione con la fermezza, minacciando un intervento delle forze dell’ordine.
Un gesto che, a suo modo di intendere, mirava a ripristinare l’ordine e la legalità.

Tuttavia, questa scelta si è rivelata fatale.

Il gruppo di giovani, in un atto di sconsideratezza e aggressività, ha reagito con violenza, circondando il medico e, con uno spintone, provocandone una rovinosa caduta al suolo.

La conseguente trauma cranica ha reso necessario un immediato intervento del 118, con successivo trasporto d’urgenza al Policlinico San Matteo.
Fortunatamente, sebbene l’episodio sia stato traumatico e potenzialmente grave, le sue condizioni non sono risultate critiche.

Le indagini, prontamente avviate dalla polizia, si concentrano ora sull’identificazione dei responsabili, con particolare attenzione all’analisi delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona.

Oltre alla ricerca degli autori materiali dell’aggressione, emergono interrogativi più ampi.

Cosa spinge questi giovani a comportarsi in questo modo? Quali sono le cause profonde che portano a una simile escalation di violenza, una forma di aggressività che mira a intimidire e a umiliare figure di riferimento come un medico?L’episodio non può essere isolato come un mero atto di vandalismo.

È un sintomo di un disagio sociale più ampio, un campanello d’allarme che sollecita una riflessione seria sulle politiche di prevenzione della criminalità giovanile, sull’importanza di un’educazione civica più incisiva e sulla necessità di offrire a questi ragazzi opportunità concrete di crescita e di reinserimento sociale.

La sicurezza urbana non si garantisce solo con la presenza di pattuglie e telecamere, ma soprattutto con un impegno collettivo per la costruzione di una comunità più coesa e inclusiva, in cui il rispetto delle regole e la tutela della dignità umana siano valori condivisi e promossi attivamente.

La Pavia che vogliamo è quella che protegge i suoi medici e i suoi cittadini, non quella che li espone alla violenza gratuita.

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