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venerdì 24 Ottobre 2025

Sette anni dopo Vaia: la rinascita delle foreste alpine.

Sette anni dopo la catastrofe Vaia, una tempesta che nel 2018 ha scosso profondamente il paesaggio alpino e prealpino, lasciando un solco di distruzione su oltre 42.000 ettari e 494 comuni tra Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia, il processo di recupero delle foreste colpisce ancora.
L’emergenza si protrae, non solo per la necessità di rimuovere i 16 milioni di metri cubi di legname sradicato, ma anche per fronteggiare l’insidioso coleottero bostrico, vettore di un’epidemia che si nutre della debolezza degli alberi indeboliti.

Nel cuore del territorio maggiormente colpito, il comune di Enego, ai margini dell’altopiano di Asiago, la comunità locale, supportata da istituzioni e imprese, ha già restituito dignità a 31 degli ettari devastati.

In occasione dell’anniversario, si intensifica l’impegno con un ambizioso progetto di riforestazione promosso dallo spin-off dell’Università di Padova, Etifor, in collaborazione con WOWnature, con l’obiettivo di riconquistare ulteriori 30 ettari nella Piana di Marcesina nei prossimi cinque anni.

Il progetto non si limita alla semplice sostituzione degli alberi caduti, ma mira a costruire ecosistemi forestali resilienti, capaci di sopportare le sfide poste dai cambiamenti climatici e dall’aggressività del bostrico.
L’iniziativa, già sostenuta da Alì Supermercati attraverso l’adozione di 3000 alberi che saranno impiantati nella primavera, adotta una strategia di diversificazione che va oltre la tradizionale monocultura forestale.

La composizione arborea prevista include faggi, larici e abeti bianchi, affiancati da specie autoctone come sorbi montani, sorbi degli uccellatori, salici e betulle, scelte per la loro capacità di adattamento alle condizioni ambientali specifiche di Marcesina.

La densità di piantagione, con circa 1.500/1.600 alberi per ettaro, e la disposizione irregolare delle specie, mirano a replicare la complessità e la stabilità di un bosco naturale, creando un ambiente più robusto e capace di autoregolarsi.

La visione di un bosco eterogeneo, un mosaico di specie vegetali interconnesse, riflette un’eredità intellettuale che risale al passato.
Lo scrittore asiaghese Mario Rigoni Stern, nel secolo scorso, ha sottolineato l’importanza di un approccio olistico alla gestione del territorio, evidenziando come la semplificazione e l’omogeneizzazione dei paesaggi ne abbiano impoverito la resilienza.
Le foreste pre-Vaia, dominate quasi esclusivamente da abeti rossi, si sono rivelate particolarmente vulnerabili: la loro rete radicale superficiale le ha rese fragili di fronte alle raffiche di vento e le ha esposte agli attacchi del bostrico, che si è rapidamente propagato sfruttando la debolezza degli alberi indeboliti.
Il progetto di riforestazione, dunque, si configura come un atto di riparazione ambientale ed un’opportunità per reimplementazione di un’intelligenza ecologica che il territorio alpino che offre in un futuro un modello di gestione forestale basato sulla diversità e sulla rigenerazione in atto, la diversificazione delle specie offre un ecosistema forestale un modello di riforestazione che il futuro.
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