lunedì 8 Dicembre 2025

Torino, città in crescita dei reati: sesta in Italia per denunce.

Torino, una città dalle profonde radici storiche e dal tessuto socio-economico complesso, emerge con preoccupazione ai primi posti in una classifica nazionale tutt’altro che onorevole: la città è la sesta in Italia per numero di reati denunciati, un dato che sottolinea sfide significative in termini di sicurezza e ordine pubblico.
L’analisi, tratta dai registri centralizzati del Dipartimento di Pubblica Sicurezza e diffusa in esclusiva, colloca il capoluogo piemontese dietro a Milano, Firenze, Roma, Bologna e Rimini, rivelando un panorama criminale articolato che affligge diverse aree del Paese.
Nel 2024, Torino ha registrato un totale di 128.666 denunce, corrispondenti a 5.827,6 reati ogni 100.000 abitanti, un incremento del 2,72% rispetto all’anno precedente.
Questo dato, lungi dall’essere un mero numero, riflette una realtà fatta di fragilità sociali, disuguaglianze economiche e, potenzialmente, una percezione di insicurezza crescente tra i cittadini.
Approfondendo le tipologie di reato, Torino spicca particolarmente per i danneggiamenti, dove si posiziona al primo posto a livello nazionale con un tasso di 1.266,5 denunce ogni 100.000 abitanti.
Si segnala inoltre una forte incidenza di truffe e frodi informatiche, che la collocano al secondo posto, e un numero significativo di furti con strappo, al terzo posto.
Questi dati suggeriscono una vulnerabilità specifica della città in termini di reati patrimoniali e una crescente sofisticazione delle tecniche criminali utilizzate.
L’analisi estesa alle province piemontesi evidenzia una disomogeneità territoriale significativa.

Alessandria e Novara, con tassi simili (3.551,1 reati ogni 100.000 abitanti), si attestano a metà classifica, mentre Biella e Asti mostrano un quadro meno allarmante.

Particolarmente preoccupante è la situazione di Vercelli, che, pur occupando una posizione relativamente bassa nella classifica generale, si distingue per un’elevata incidenza di reati legati alla prostituzione e allo sfruttamento minorile, un fenomeno che richiede interventi mirati e urgenti.

L’ultima posizione è occupata da Cuneo, con un tasso di criminalità inferiore alla media regionale, ma comunque in crescita.
È fondamentale interpretare questi dati non solo come indicatori statistici, ma come campanelli d’allarme che richiedono una riflessione approfondita sulle cause profonde della criminalità e sull’efficacia delle strategie di prevenzione e contrasto messe in atto.

L’analisi dei dati dovrebbe essere integrata da una valutazione qualitativa del contesto socio-economico, delle dinamiche territoriali e della percezione di sicurezza da parte dei cittadini, al fine di sviluppare politiche di sicurezza più efficaci e mirate, capaci di tutelare la comunità e di promuovere un ambiente di vita più sicuro e sereno.

La collaborazione tra forze dell’ordine, istituzioni locali, associazioni del terzo settore e cittadini è cruciale per affrontare questa sfida complessa e garantire un futuro più sicuro per il Piemonte e per l’intero Paese.

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