venerdì 19 Dicembre 2025

Tragedia sulla A33: Matilde, 20 anni, morta in un “gareggiare” illegale.

La scomparsa di Matilde Baldi, ventenne originaria di Montegrosso d’Asti, ha gettato un’ombra di dolore e di profonda inquietudine sul territorio astigiano.
La tragedia, consumatasi lungo la A33 Asti-Cuneo in data 11 dicembre, si è rivelata l’epilogo di un evento ben più grave di un semplice incidente stradale, sollevando interrogativi inquietanti sulla sicurezza delle strade e sulla cultura della velocità.

La dinamica iniziale vedeva Matilde a bordo di una Fiat 500, guidata dalla madre Elvia Pia, quando una Porsche 911 Gt3, immatricolata in Germania, ha impattato violentemente contro l’utilitaria.

La madre, sebbene gravemente ferita al volto, è stata estratta dalle lamiere e trasportata in ospedale, dove le sue condizioni, pur serie, non hanno compromesso la sua vita.
Per Matilde, invece, le speranze di sopravvivenza si sono assottigliate rapidamente.
Trasportata d’urgenza all’ospedale di Alessandria in codice rosso, la giovane ha lottato per cinque giorni in condizioni critiche, arrendendosi infine alla gravità delle ferite la sera del 16 dicembre.

Un lutto lacerante che ha segnato profondamente la comunità di Montegrosso d’Asti, i colleghi del Caffè Vergnano e le compagne di squadra della Play Asti, testimonianze di un futuro spezzato troppo presto.

Le indagini, immediatamente avviate dalla Procura di Asti e delegate alla Polizia Stradale di Bra, hanno rapidamente inquadrato l’accaduto in una prospettiva più ampia e allarmante.

L’analisi delle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza autostradali, unitamente alle prime testimonianze raccolte, suggerisce con sempre maggiore certezza l’ipotesi di una competizione automobilistica clandestina, una sorta di “gareggiare” illegale e pericolosissima, sviluppatasi lungo il tratto autostradale.

Non si tratterebbe quindi di un incidente casuale, ma di un evento scaturito da un contesto di sfreccanti bolidi e comportamenti irresponsabili.
Al momento si presume che, nella stessa serata, fossero presenti sulla carreggiata almeno due Porsche, entrambe condotte a velocità estreme, in un’atmosfera di sfida e di sconsideratezza.

La vettura che ha colpito la Fiat 500, secondo le stime degli inquirenti, procedeva a una velocità che si aggira attorno ai 200 chilometri orari, una velocità folle e inaccettabile che ha decretato il destino di Matilde.

Gli investigatori stanno ora intensificando gli sforzi per identificare con certezza i responsabili, persone al vertice di attività illecite e potenzialmente con legami influenti nel territorio.
Tra i presunti piloti spiccano figure di imprenditori astigiani, alcuni dei quali già noti alle forze dell’ordine per precedenti contestazioni.
L’inchiesta si concentra ora sull’accertamento delle dinamiche precise, sulla ricostruzione dei percorsi seguiti dai veicoli coinvolti e, soprattutto, sull’individuazione delle motivazioni che hanno portato a tanto irresponsabilità e che hanno causato una perdita irreparabile.
La tragedia di Matilde Baldi si pone quindi come un campanello d’allarme, un monito severo sulla necessità di contrastare con fermezza la cultura della velocità e di garantire la sicurezza sulle nostre strade.

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