La Commissione Europea ha annunciato l’apertura di un’indagine formale volta a valutare le pratiche commerciali di Meta, in particolare l’integrazione di funzionalità di intelligenza artificiale all’interno della piattaforma WhatsApp.
Questo intervento, motivato da crescenti preoccupazioni in merito alla potenziale violazione delle norme antitrust dell’Unione Europea, segna un’escalation nella sorveglianza delle attività dell’azienda di Mark Zuckerberg nel continente.
L’indagine si concentra sulla verifica della possibile esistenza di un legame anticoncorrenziale tra WhatsApp, Facebook (o Meta) e Instagram.
L’ipotesi è che l’integrazione di strumenti basati sull’intelligenza artificiale all’interno di WhatsApp possa conferire a Meta un vantaggio sleale, limitando la libertà di scelta per i consumatori e ostacolando l’innovazione di concorrenti.
In particolare, si sospetta che l’uso di questi strumenti, come chatbot o funzionalità di analisi dei dati, possa favorire l’acquisizione di informazioni sugli utenti che poi vengono utilizzate per promuovere servizi di Meta su altre piattaforme, creando un circolo vizioso che danneggia il mercato.
L’indagine non si limita a una valutazione meramente tecnica dell’intelligenza artificiale; essa si estende a un esame approfondito delle strategie commerciali di Meta, analizzando se l’azienda stia sfruttando la sua posizione dominante in diversi mercati (messaggistica, social network, pubblicità online) per creare barriere all’ingresso per nuovi operatori.
Il timore è che WhatsApp, beneficiando dell’enorme base di utenti acquisita grazie alla sua diffusione capillare, stia creando un sistema che premia la concentrazione del potere nelle mani di un’unica entità.
Questo intervento della Commissione Europea giunge in un contesto di crescente attenzione normativa nei confronti delle piattaforme digitali e del loro impatto sulla concorrenza.
Le autorità europee, come il Margrethe Vestager, Commissaria per la concorrenza, hanno dimostrato una crescente determinazione nel contrastare le pratiche sleali delle aziende tecnologiche globali, al fine di garantire un mercato digitale più equo e dinamico.
L’indagine potrebbe portare all’imposizione di sanzioni pecuniarie significative per Meta, oltre che a obblighi di modificare le sue pratiche commerciali.
L’esito del procedimento potrebbe avere implicazioni di vasta portata per il futuro del mercato dei messaggistica istantanea e dell’intelligenza artificiale, influenzando il modo in cui le aziende sviluppano e commercializzano i loro prodotti e servizi.
La Commissione Europea ha sottolineato che l’indagine è aperta a tutte le possibili conclusioni e che si basa su un’analisi obiettiva delle prove raccolte.





