L’incendio che divampa nei pressi di Manfredonia, nel cuore del territorio foggiano, rappresenta un nuovo, drammatico capitolo di una stagione particolarmente intensa per il versante sud del Gargano.
La furia delle fiamme, alimentate da condizioni meteorologiche estreme – un’aridità prolungata che ha reso la vegetazione altamente infiammabile, venti insistenti e temperature elevate – minaccia nuovamente l’ecosistema fragile dell’oasi Lago Salso, già martoriata poche settimane addietro da un altro rogo di vaste proporzioni.
La colonna di fumo nero che si leva verso il cielo, visibile a chilometri di distanza lungo la statale 89, è un monito tangibile della devastazione in corso.
Non si tratta solo di un pericolo immediato per le abitazioni e le infrastrutture circostanti, ma anche di una profonda ferita al patrimonio naturale e alla biodiversità locale.
L’oasi di Lago Salso, un’area di particolare importanza ornitologica e risorsa idrica preziosa, rischia di subire danni irreparabili, compromettendo l’equilibrio ecologico che si è evoluto nel corso dei secoli.
Le operazioni di spegnimento sono impegnative e coordinate.
Sul posto operano squadre dei vigili del fuoco, rinforzate da personale dell’agenzia forestale regionale, che lavorano incessantemente per arginare l’avanzata delle fiamme.
Il supporto aereo, fornito da un Canadair, è cruciale per l’irrorazione di acqua e il contenimento del fronte di incendio, ma la complessità del territorio, caratterizzato da ripide pendenze e fitta vegetazione, rende le operazioni particolarmente difficoltose.
Questo nuovo evento, purtroppo non isolato, solleva interrogativi urgenti sulla prevenzione e sulla gestione del rischio incendi.
L’analisi delle cause che hanno portato a questi ripetuti roghi – che potrebbero includere cause naturali come fulmini, ma anche negligenza umana o, potenzialmente, atti dolosi – è fondamentale per implementare misure più efficaci.
Tra queste, un monitoraggio più accurato del territorio, una maggiore sensibilizzazione della popolazione, un controllo più rigoroso delle attività agricole e zootecniche in prossimità delle aree a rischio, e un investimento nella manutenzione del sottobosco, per ridurre la quantità di combustibile disponibile.
Inoltre, si rende necessaria una riflessione più ampia sul cambiamento climatico e il suo impatto sul territorio.
L’aumento delle temperature medie, la diminuzione delle precipitazioni e l’incremento degli eventi meteorologici estremi stanno esacerbando il rischio incendi, rendendo sempre più difficile la gestione del territorio e la tutela del suo inestimabile valore ambientale.
La resilienza del territorio e delle comunità locali dipenderà dalla capacità di adattarsi a queste nuove sfide e di adottare strategie di prevenzione e mitigazione basate su una conoscenza approfondita degli ecosistemi e un impegno concreto per la loro protezione.