L’episodio di intimidazione subito dalla giudice Francesca Mariano a Lecce getta un’ombra pesante sul tessuto democratico e sulla sicurezza dei magistrati che quotidianamente operano in prima linea nella difesa della legalità.
Un atto di sfrontata violenza, che trascende la gravità del singolo evento per rappresentare una sfida diretta all’ordinamento giuridico e alla libertà di giudizio.
La comunità istituzionale, e in particolare il Movimento 5 Stelle, esprime profonda solidarietà alla giudice Mariano, manifestando vicinanza e supporto in questo momento difficile.
Si tratta di un gesto inaccettabile, una manifestazione di arroganza criminale che mira a intimidire non solo la magistrata, ma l’intera magistratura e, per estensione, l’intera società civile.
L’intimidazione nei confronti dei magistrati non è un fenomeno nuovo, ma l’audacia di tali azioni, la loro plateale messa in scena, intercetta un momento storico in cui la percezione di impunità sembra insinuarsi in ambienti malavitosi, mettendo a dura prova la resilienza dello Stato di diritto.
È imperativo che le istituzioni agiscano con la massima tempestività e determinazione.
Le forze dell’ordine, con il supporto di strutture investigative specializzate, devono avviare un’inchiesta approfondita, seguendo ogni pista e non lasciando nulla di inesplorato per assicurare alla giustizia i responsabili.
La trasparenza nelle indagini è fondamentale per ristabilire la fiducia dei cittadini e dimostrare che nessuno, neanche chi opera nel ventre della criminalità organizzata, è al di sopra della legge.
Al di là della risposta immediata e repressiva, è necessario un ripensamento strategico a livello nazionale per rafforzare la protezione dei magistrati, migliorando i sistemi di sicurezza e prevedendo misure di tutela adeguate, che tengano conto dell’evoluzione delle tecniche di intimidazione e delle nuove forme di pressione.
Questo implica anche un’analisi approfondita delle dinamiche socio-economiche che alimentano la criminalità organizzata, promuovendo iniziative di contrasto alla povertà, all’illegalità diffusa e alla corruzione, che spesso rappresentano terreno fertile per la crescita delle mafie.
La solidarietà ai magistrati non si esaurisce in dichiarazioni di circostanza; richiede un impegno concreto e costante per garantire loro la libertà di operare in un ambiente sicuro e protetto.
È un dovere morale e istituzionale che coinvolge tutti, dalla politica alla società civile, per difendere i valori della giustizia, della legalità e della democrazia.
Il silenzio e l’indifferenza non sono opzioni accettabili quando la libertà di giudicare viene messa a rischio.







