lunedì 15 Settembre 2025
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Rissa al Potenza Calcio: indagini su ex giocatori e tifosi

Un’ombra di controversia si è addensata sul Potenza Calcio, squadra militante nel girone C della Serie C, in seguito a un episodio di violenza avvenuto nella notte tra il 19 e il 20 maggio 2024.
Al centro della vicenda figurano ex giocatori e un preparatore atletico, coinvolti in una rissa che ha generato un’indagine da parte della Procura della Repubblica di Potenza.

Gli ex calciatori Salvatore Caturano, ora in forza al Catania, Giovanni Volpe, al Monopoli, e Rosario Maddaloni, attualmente libero dal vincolo contrattuale, insieme all’ex preparatore dei portieri Alessandro Greco, oggi legato al Perugia, hanno ricevuto un avviso di conclusione indagini.
Le accuse che pendono su di loro includono rissa e lesioni personali, conseguenze dirette di un alterco scoppiato all’esterno di un locale potentino, in un contesto di celebrazioni per la conquista salvezza ottenuta tramite lo spareggio playout contro il Monterosi.
Parallelamente, due tifosi lucani, fratelli tra loro, sono stati notificati del solo reato di rissa, escludendoli dalle accuse più gravi di lesioni personali.
Entrambi i fratelli, soccorsi e medicati al pronto soccorso, sono stati giudicati guaribili rispettivamente in 14 e 10 giorni.

L’inchiesta, avviata d’ufficio immediatamente dopo l’accaduto, è stata condotta dai Carabinieri sotto la direzione del pubblico ministero Vincenzo Montemurro.

Le indagini hanno ricostruito la dinamica dell’alterco, documentata dalle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso del locale: una discussione animata, sfociata in una colluttazione fisica che ha visto i calciatori, all’epoca tesserati con il Potenza, confrontarsi con i due tifosi.

In un primo momento, nel tentativo di stemperare la situazione, le famiglie dei tifosi e la società Potenza Calcio avevano raggiunto un accordo per evitare la presentazione di denunce formali.

Tuttavia, l’evoluzione dell’inchiesta ha portato all’emissione degli avvisi di conclusione indagini.

I destinatari degli avvisi hanno ora venti giorni per presentare memorie difensive, documentazione a loro favore o per comunicare alla Procura le proprie osservazioni.
Successivamente, l’organo inquirente valuterà se procedere con il rinvio a giudizio.
Contestualmente, gli atti relativi all’indagine saranno trasmessi alla giustizia sportiva, che potrà disporre eventuali sanzioni disciplinari nei confronti dei soggetti coinvolti, in base alla gravità delle loro responsabilità.
L’episodio solleva interrogativi sulla gestione delle celebrazioni e sulla responsabilità individuale dei protagonisti, offuscando l’immagine di una squadra che aveva festeggiato una vittoria sportiva.

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