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venerdì 24 Ottobre 2025

Sequestro da 100.000 euro al detenuto chiave dell’operazione Ura

Un patrimonio di ingenti dimensioni, stimato in diverse centinaia di migliaia di euro, è stato sottoposto a sequestro preventivo a carico di un detenuto presso il carcere di Bari, figura centrale nell’operazione “Ura” condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA).

L’inchiesta, che a maggio ha portato all’arresto di 52 individui, svela un sofisticato sistema criminale intrecciato attorno al traffico internazionale di stupefacenti, al riciclaggio di capitali illeciti e alla corruzione di pubblici uffici.
Il provvedimento restrittivo ha interessato una lussuosa villa situata a Torre a Mare, nel barese, e un ingente quantitativo di denaro contante, pari a circa 100.000 euro.
Secondo il giudice per le indagini preliminari, i beni sequestrati sono direttamente collegati e derivano dalle attività illecite perpetrate attraverso il traffico di sostanze stupefacenti, con un itinerario che dalla costa albanese si estende fino alla regione Puglia.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, hanno ricostruito un intricato meccanismo di approvvigionamento: corrieri internazionali, provenienti principalmente dall’Albania e dal nord Europa, rifornivano il capoluogo pugliese di cocaina ed eroina.

Questo flusso costante di sostanze illegali generava un corrispondente movimento finanziario, diretto dalla Puglia verso l’Albania, alimentando un ciclo di riciclaggio di denaro sporco.
L’operazione si è basata su un’ampia gamma di tecniche investigative, comprendenti intercettazioni telefoniche e ambientali, riprese video, attività di pedinamento e controllo, e un’approfondita analisi dei contenuti provenienti da piattaforme di comunicazione criptata, come Skype.
Particolarmente cruciale si è rivelato il contributo di tre collaboratori di giustizia, le cui testimonianze hanno permesso di documentare in modo dettagliato numerosi episodi di rifornimento di droga.
La quantità di stupefacenti immessa sul mercato è stata quantificata in 255 chili di eroina e cocaina, evidenziando l’organizzazione e la portata del traffico.
L’inchiesta non si è limitata all’individuazione dei canali di approvvigionamento, ma ha mirato a smantellare l’intera filiera criminale, tracciando i flussi di denaro e identificando i responsabili coinvolti in pratiche di corruzione e abuso di potere.

Il sequestro preventivo rappresenta un significativo colpo alla capacità operativa dell’organizzazione e mira a recuperare i proventi illeciti derivanti dalle attività criminali.

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