L’inchiesta in corso nel quartiere Tamburi, a Taranto, ha portato alla luce un ingente flusso finanziario sommerso, quantificato in 97.500 euro, rinvenuti durante perquisizioni mirate in due abitazioni ad alto rischio.
L’operazione, orchestrata dalla squadra mobile con un’attenzione particolare alla professionalità degli strumenti investigativi, si inquadra in un contesto più ampio di contrasto alla criminalità organizzata e al riciclaggio di denaro sporco.
L’impiego di un’unità cinofila specializzata, il cosiddetto “cash dog”, ha giocato un ruolo cruciale nella scoperta dei primi 30.000 euro, abilmente celati in borsellini nascosti all’interno di mobili in una camera da letto.
La presenza di questa ingente somma, palesemente incongrua rispetto al tenore di vita dichiarato dal nucleo familiare residente, ha immediatamente destato i sospetti degli investigatori, conducendo alla denuncia della moglie del pregiudicato tarantino, attualmente detenuto per altri reati.
La denuncia in sé, tuttavia, è solo l’inizio di un’indagine più ampia che mira a ricostruire la filiera di provenienza del denaro e i suoi possibili collegamenti con attività illecite.
Il secondo intervento ha avuto un impatto ancora più significativo.
In un’abitazione collegata a un uomo di 57 anni con un passato giudiziario gravato, gli agenti hanno individuato ben 11 sacchetti sottovuoto contenenti 68.000 euro in banconote di diverso taglio.
Questa modalità di occultamento, caratterizzata da un’estrema meticolosità e dal tentativo di rendere il denaro non rintracciabile, suggerisce una sofisticazione nell’operazione di riciclaggio e un’intenzione deliberata di eludere i controlli fiscali e finanziari.
L’ingente somma, abilmente mascherata sotto un armadio, testimonia l’impegno nell’occultare illecitamente capitali di provenienza incerta.
L’intero ammontare sequestrato, comprensivo delle somme rinvenute nelle due abitazioni, è ora al vaglio degli investigatori finanziari, che procederanno a un’analisi dettagliata per tracciare l’origine dei fondi e accertare eventuali connessioni con attività criminali.
L’indagine non si limita alla mera confisca del denaro, ma si estende alla ricostruzione delle dinamiche finanziarie che ne hanno permesso l’accumulo e l’occultamento, con l’obiettivo di identificare tutti i responsabili e di smantellare una potenziale rete di riciclaggio.
L’operazione sottolinea l’importanza di un approccio multidisciplinare nella lotta alla criminalità organizzata, che combina l’impiego di tecnologie avanzate, la collaborazione tra diverse forze dell’ordine e una profonda conoscenza dei meccanismi finanziari utilizzati per nascondere e reinvestire denaro sporco.
La rigorosa applicazione delle normative antiterrorismo e antimafia potrebbe essere applicata, data l’entità delle somme coinvolte e la complessità delle operazioni finanziarie.






