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mercoledì 12 Novembre 2025

Xylella: Allarme a Foggia, la malattia avanza

L’emergenza Xylella fastidiosa si estende, colpendo duramente anche la provincia di Foggia, un’area che fino ad ora aveva miracolosamente resistito all’avanzata di questo patogeno batterico devastante.

La scoperta di 47 ulivi compromessi in agro di Cagnano Varano rappresenta un campanello d’allarme, un monito che sottolinea la necessità di una risposta immediata e coordinata.
Coldiretti Puglia, in prima linea nella denuncia della situazione, evidenzia come questa nuova rilevazione accresca l’urgenza di rafforzare le misure di controllo e prevenzione.

La strategia di contrasto, come delineata dall’Osservatorio Fitosanitario regionale, prevede un’intensificazione della sorveglianza in un perimetro di 400 metri attorno al focolaio, un’area cruciale per intercettare eventuali altri casi latenti.

L’approccio, tuttavia, non si limita alla semplice ispezione visiva.

Si tratta di un’azione complessa che implica un’analisi integrata, finalizzata a monitorare non solo la salute delle piante, ma anche la dinamica della popolazione dell’insetto vettore, la sputacchina, principale trasmettitore della Xylella.

La consapevolezza della mancanza di una cura specifica per la batteriosi esaspera l’importanza delle pratiche preventive.
Queste si articolano su diversi livelli: interventi meccanici mirati a ridurre le popolazioni di sputacchina, trattamenti fitosanitari selettivi per minimizzare l’impatto sull’ecosistema, prelievi campionari per analisi di laboratorio e, nel caso di individuazione di ulivi infetti, l’estirpazione controllata delle piante, al fine di prevenire la diffusione del contagio.
Parallelamente, Coldiretti Puglia sottolinea la cruciale importanza del coinvolgimento di tutti gli attori territoriali.
La lotta alla Xylella non è solo una questione agricola, ma un problema ambientale e paesaggistico che richiede un impegno condiviso.
Comuni, consorzi di bonifica, Anas, enti del demanio, sono chiamati a collaborare attivamente, assumendosi la responsabilità di ripulire aree abbandonate, strade e margini stradali.

Questi spazi, spesso invasi dalla vegetazione incolta, rappresentano veri e propri serbatoi di sputacchina, favorendo la proliferazione dell’insetto e l’ampliamento delle aree infette.
La rimozione della vegetazione infestante, quindi, si configura come una misura preventiva essenziale, complementare agli interventi diretti sulle piante di ulivo.
La collaborazione sinergica tra istituzioni e operatori del settore agricolo è, a questo punto, l’unica strada per arginare il progresso di questa malattia e tutelare il patrimonio olivicolo pugliese, un tesoro culturale e economico di inestimabile valore.

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