“Non rivedrò l’abito della magistratura, né mi sentirei a mio agio a rientrarvi,” ha dichiarato Michele Emiliano, ex Presidente della Regione Puglia, in una recente intervista.
La sua decisione, presentata con un’immagine colorita – paragonandosi a un “orso al luna park” – rivela una riflessione più profonda sulla sua traiettoria professionale e sulle dinamiche del sistema giudiziario italiano.
Emiliano ha esplicitamente negato l’esistenza di un desiderio di ritorno al suo ruolo originario.
La scadenza del suo attuale mandato, in teoria, lo vedrebbe reinserito nell’organico della magistratura.
Tuttavia, la sua posizione è anomala: egli è l’unico magistrato a non rientrare nel quadro normativo che, con recente riforma, preclude l’esercizio simultaneo di cariche politiche e funzioni giudiziarie.
In altre parole, la legge, pensata per garantire l’indipendenza della giustizia, lo renderebbe in una posizione paradossale, costretto a scegliere tra due percorsi che, per lui, non sono più compatibili.
La sua rinuncia, quindi, non è una semplice preferenza, ma una valutazione ponderata delle implicazioni che un ritorno alla magistratura comporterebbe.
Si tratta di un sacrificio che, secondo le sue parole, intende evitare.
La decisione non è priva di significati simbolici, poiché riflette un cambiamento nel panorama politico pugliese e una possibile evoluzione del ruolo dei politici che hanno precedentemente ricoperto incarichi giudiziari.
Nonostante la chiusura alla possibilità di un ritorno alla magistratura, Emiliano ha lasciato aperta la porta a una collaborazione futura con il neo governatore, Antonio Decaro.
Ripercorrendo i suoi vent’anni di impegno politico nella regione, ha offerto la sua disponibilità, sottolineando che, come sempre accaduto, sarà presente per sostenere le iniziative del nuovo esecutivo qualora queste necessitino del suo contributo.
Questa offerta di collaborazione testimonia la volontà di continuare a servire la comunità pugliese, pur rinunciando al ruolo di protagonista diretto.
Il futuro politico di Emiliano si configura, dunque, come un impegno a distanza, un sostegno strategico da dietro le quinte, in un contesto regionale in fase di transizione.






