sabato 13 Settembre 2025
20 C
Bologna

Ricerca italiana: la ministra Bernini accende la polemica sulla burocrazia.

La ministra della Ricerca e Università, Anna Maria Bernini, ha riacceso il dibattito sull’agilità della ricerca scientifica italiana, denunciando un sistema di acquisizioni pubbliche che soffoca l’innovazione e penalizza il Paese in un contesto internazionale sempre più competitivo.

L’episodio che ha innescato la polemica risale al 2022, quando una proposta di semplificazione delle procedure per l’acquisto di beni strumentali alla ricerca – provette, reagenti, strumentazione sofisticata come telescopi – fu accolta con aspri toni dall’allora presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busia, che la definì una forma di comportamento deviante.
La denuncia della ministra Bernini non si limita a una critica del passato, ma sottolinea la persistenza di un problema strutturale che ostacola il progresso scientifico.
Il nodo cruciale risiede nell’eccessivo peso delle procedure burocratiche, che trasformano l’acquisizione di beni essenziali per la ricerca in un percorso tortuoso e dispendioso in termini di tempo e risorse.
Questo rigore formale, giustificato dall’esigenza di trasparenza e controllo, rischia paradossalmente di compromettere la capacità del sistema di ricerca italiano di rispondere alle sfide globali.
Per argomentare la sua posizione, la ministra ha fatto leva sul parere di figure autorevoli del panorama scientifico internazionale, coinvolgendo scienziati di spicco, premi Nobel e l’Accademia dei Lincei, al fine di persuadere l’ANAC e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di un cambiamento radicale.
L’intervento di istituzioni come l’Accademia dei Lincei, che ha formalizzato la richiesta di revisione delle procedure, testimonia la condivisione diffusa di questa visione.

La pressione per un’accelerazione dei processi di acquisizione, ulteriormente amplificata dalle osservazioni di Alberto Sangiovanni Vincentelli, presidente della Fondazione Chips-IT, rientrato da un’esperienza negli Stati Uniti, evidenzia il divario tra l’efficienza della ricerca scientifica a livello internazionale e le dinamiche del sistema italiano.
La metaforica risposta della ministra, con un accenno ironico all’arresto in caso di applicazione delle sue proposte, riflette la frustrazione e l’urgenza di un cambiamento che permetta all’Italia di non perdere terreno nella corsa all’innovazione.
L’obiettivo, in definitiva, è alleggerire il peso della burocrazia, liberando il potenziale creativo e produttivo dei ricercatori italiani e restituendo al Paese un ruolo di leadership nel panorama scientifico mondiale.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -