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Bologna

Riesame ribalta il sequestro al forno: innocenza provata per le figlie Ventrici.

Il Riesame di Bologna ha ribaltato la decisione che aveva disposto il sequestro del forno ‘San Pietro’ a San Pietro in Casale, un atto in precedenza eseguito a seguito di un’indagine condotta dalle forze dell’ordine.

La vicenda, che coinvolge un’attività commerciale di lunga tradizione nel territorio, si intreccia con accuse di infiltrazioni criminali e solleva interrogativi sulla complessità dei rapporti economici e legali tra individui e imprese.
Al centro della vicenda figura Francesco Ventrici, un uomo con un passato giudiziario significativo, precedentemente noto per essere stato attivo nel traffico di stupefacenti e sospettato di avere legami con la ‘Ndrangheta.

Nonostante fosse agli arresti domiciliari, gli investigatori ritenevano che Ventrici esercitasse un controllo occulto sulla gestione del forno, nonostante l’attività fosse formalmente di proprietà di una società di recente costituzione, intestata alle sue figlie.

L’ipotesi accusatoria si basava sulla presunta capacità di Ventrici di indirizzare le decisioni aziendali e di beneficiare dei profitti generati dal forno, nonostante la sua posizione giuridica apparentemente marginale.
Il collegio giudicante, presieduto da Gianluca Petragnani Gelosi, ha tuttavia accolto il ricorso presentato dai legali delle figlie di Ventrici, gli avvocati Fausto Bruzzese e Manlio Guidazzi.

La decisione di revocare il sequestro si è basata su una valutazione approfondita delle prove fornite dalla difesa, le quali hanno dimostrato in modo convincente che l’acquisto dell’attività commerciale era stato finanziato interamente dalle figlie di Ventrici, attraverso risorse derivanti da precedenti impieghi regolari e documentati.
La difesa ha fornito una serie di evidenze, tra cui pagamenti tracciabili e documentazione finanziaria, che hanno escluso inequivocabilmente la capacità di Ventrici di esercitare un controllo effettivo sulla gestione del forno.

La decisione del Riesame sottolinea l’importanza di un’analisi puntuale e di una verifica rigorosa delle prove in procedimenti che coinvolgono accuse di reati di natura economica e di collusione con la criminalità organizzata.

Il provvedimento restituisce la piena disponibilità del compendio aziendale alle figlie di Ventrici, segnalando una revisione critica delle ipotesi investigative iniziali e ribadendo il principio della presunzione di innocenza.

L’episodio solleva, inoltre, interrogativi circa le strategie utilizzate per eludere i controlli e la necessità di rafforzare i meccanismi di trasparenza e tracciabilità dei flussi finanziari, soprattutto in contesti economicamente sensibili come quello delle attività commerciali tradizionali.

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