Un Nuovo Capitolo tra i Monti Dauni: L’Anima Romagnola di Paolo a Celenza ValfortoreLa storia di Paolo Vandi incarna un tema universale: la ricerca di un rifugio, di un senso di appartenenza che trascende i confini geografici e le convenzioni sociali.
A ottant’anni, questo originario di Riccione ha compiuto un gesto emblematico, trasferendosi a Celenza Valfortore, un piccolo gioiello incastonato tra i Monti Dauni, nel cuore del Foggiano.
Non si tratta di un mero cambiamento di residenza, bensì di una dichiarazione d’amore verso una comunità che lo ha accolto con calore e autenticità.
La scintilla è scoccata nel lontano 1997, durante una vacanza inaspettata.
Dopo anni trascorsi a disegnare in uno studio di geometra d’inverno e a lavorare in catene alberghiere in estate, Paolo si ritrovò catapultato in un paesaggio intriso di storia e tradizione.
La quiete, la genuinità della gente, la bellezza incontaminata del territorio, lo colpirono profondamente, lasciando un’impronta indelebile nel suo cuore.
Da allora, ogni estate è stata dedicata a Celenza, un rituale di rinascita spirituale e di riscoperta del valore delle relazioni umane.
La solitudine, mitigata da una profonda amicizia con una donna originaria del luogo e residente a Riccione, ha contribuito a consolidare questo legame.
La decisione di trasferirsi a tempo pieno, a ottant’anni, è la naturale conseguenza di un percorso emotivo ricco di significato, un atto di coraggio e di ottimismo.
Celenza Valfortore offre più di una semplice bellezza paesaggistica.
Rappresenta un modello di resilienza e di coesione sociale, un luogo dove la lentezza del tempo permette di apprezzare i piccoli gesti, i sorrisi sinceri, la condivisione di esperienze.
La presenza di Paolo, a sua volta, arricchisce la comunità locale, portando con sé la sua esperienza, la sua sensibilità artistica, la sua visione del mondo.
L’iniziativa del sindaco Massimo Venditti, che propone la detassazione delle pensioni per attrarre nuovi residenti, sia italiani che stranieri, sottolinea la volontà di Celenza di farsi conoscere e valorizzare.
È un segnale di speranza per le aree interne, spesso marginalizzate e spopolate.
Paolo Vandi condivide pienamente questa visione, auspicando però un maggiore impegno nella creazione di opportunità lavorative per i giovani, per garantire un futuro sostenibile alla comunità.
La sua storia è un invito a superare i pregiudizi, a guardare oltre i confini, a riscoprire il valore dell’accoglienza e della convivenza, a costruire ponti tra culture e generazioni.
Un esempio illuminante di come un piccolo borgo, un gesto di coraggio e un cuore aperto possano cambiare il corso della vita, offrendo un nuovo orizzonte di speranza e di serenità.
Un’ode alla bellezza del vivere lento, alla forza delle relazioni umane e alla possibilità di reinventarsi, a qualsiasi età.






