sabato 2 Agosto 2025
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Il Processo a Darwin: un’indagine tra scienza, fede e storia.

Nel cuore dell’Appennino, a Villa Torlonia di San Mauro Pascoli, si riapre un caso di portata universale: il “Processo a Charles Darwin”.
Un evento che, da un quarto di secolo, rappresenta un appuntamento culturale unico, promosso da Sammauroindustria, un’iniziativa che fonde l’eredità industriale del territorio con l’eco poetica di Giovanni Pascoli, figura imprescindibile dell’identità locale.
Il 10 agosto, data carica di significato storico per la comunità, il pubblico si ergerà a giuria popolare, armato di paletta, per esprimere un verdetto su un uomo che ha scosso le fondamenta del sapere umano.

L’idea del “Processo” nasce nel 2001, con l’ambizioso intento di rianalizzare un mistero irrisolto, l’omicidio del padre di Pascoli, Ruggero, un evento che ha segnato profondamente la sua vita e la cultura romagnola.

Da allora, l’iniziativa si è ampliata, affrontando figure e periodi cruciali della storia, da Giuseppe Mazzini a Giulio Cesare, dalla Rivoluzione Russa all’epoca dei *Vitelloni*, fino a Cavour e Pellegrino Artusi.

Un percorso che intende stimolare una riflessione critica e multidisciplinare, liberando il dibattito dalla staticità del passato.
Charles Darwin (1809-1882), figura controversa e rivoluzionaria, è il protagonista dell’edizione 2024.
Il suo “L’origine delle specie”, pubblicato nel 1859, non solo ha cambiato il modo in cui comprendiamo l’evoluzione della vita sulla Terra, ma ha anche acceso un dibattito che persiste ancora oggi.
Accolto con entusiasmo da alcuni, è stato aspramente criticato da altri.

Figure illustri come Benedetto Croce, con la sua accusa di “scimmioni di Darwin” che rischiavano di precipitare l’uomo in un abisso materialistico, e Niccolò Tommaseo, che lo definì il “Mosè delle scimmie”, testimoniano la profonda frattura che il pensiero darwiniano ha provocato nel panorama intellettuale.

Più recentemente, il teologo Jürgen Moltmann ha sollevato ulteriori interrogativi sulla complessa relazione tra evoluzione e fede.

Marco Ferraguti, docente all’Università di Milano e incaricato dell’accusa, si propone di smascherare alcune delle leggende che circondano Darwin, gettandone luce sulle ambiguità e le contraddizioni.

La difesa, affidata a Stefano Mazzotti, direttore del Museo di Storia Naturale di Ferrara, insiste sulla genialità di Darwin e sull’impatto rivoluzionario delle sue intuizioni sulla cultura dell’umanità.

Gianfranco Miro Gori, fondatore del “Processo” e direttore di Sammauroindustria, guida l’iniziativa con l’obiettivo di promuovere un dialogo aperto e costruttivo, che vada oltre le semplificazioni e le polarizzazioni.

Il “Processo a Darwin” non è una semplice rievocazione storica, ma un’opportunità per confrontarsi con le sfide del presente, interrogando i presupposti del nostro modo di pensare e di agire nel mondo.
Un’occasione per comprendere meglio l’uomo, il suo passato e le sue prospettive future, in un’epoca caratterizzata da rapide trasformazioni scientifiche, tecnologiche e sociali.

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