Un’attività di apparente normalità, celante in realtà una rete complessa di sfruttamento e illegalità, è stata smascherata a Cagliari.
Un centro massaggi, strategicamente posizionato in una zona centrale della città, è finito nel mirino delle forze dell’ordine a seguito di un’indagine accurata, innescata da un’insolita intensità di affluenza.
L’operazione, condotta dalla Squadra Mobile, ha portato alla denuncia di due cittadine cinesi, accusate di sfruttamento della prostituzione e violazione delle leggi sull’immigrazione.
Il blitz ha permesso di interrompere un sistema strutturato, dove la facciata di un centro massaggi tradizionale nascondeva un’attività illecita ben organizzata.
L’indagine aveva rilevato un flusso costante di clienti, un segnale che ha destato i sospetti degli agenti impegnati nel monitoraggio della zona, storicamente associata a fenomeni di devianza.
L’analisi delle dinamiche interne ha svelato i ruoli specifici delle due donne coinvolte.
Una, ricoprendo il ruolo di cassiera, gestiva l’accoglienza dei clienti, la gestione dei flussi di denaro e si occupava della contabilità dell’attività illecita.
L’altra, risultava in situazione di irregolarità sul territorio nazionale, e svolgeva la funzione di intrattenere i clienti, perpetuando un ciclo di sfruttamento.
Il controllo ha permesso di rinvenire una considerevole somma di denaro, pari a diecimila euro, abilmente nascosta all’interno di un falso sottotetto, realizzato con pannelli in cartongesso, un elemento che suggerisce un’organizzazione volta a eludere i controlli e a mascherare l’effettivo volume d’affari.
L’attività illecita si avvaleva di una strategia di promozione online, attraverso siti specializzati, aggiornati periodicamente per ampliare la base di clienti e mantenere un flusso costante di attività.
Questa presenza digitale, abbinata alla posizione strategica e alla gestione oculata, contribuiva a rendere l’attività particolarmente profittevole e difficile da individuare.
Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato disposto il sequestro preventivo dell’immobile, al fine di impedire la prosecuzione dell’attività illegale e di garantire un approfondimento degli accertamenti patrimoniali e finanziari delle responsabili.
L’operazione evidenzia la necessità di un controllo sempre più stringente e di una maggiore sensibilizzazione da parte delle istituzioni e della cittadinanza, per contrastare efficacemente il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione e il traffico di esseri umani, fenomeni che si insinuano spesso in contesti apparentemente normali, sfruttando vulnerabilità economiche e sociali.
L’indagine è in corso e non esclude ulteriori sviluppi e la possibile identificazione di altre persone coinvolte nell’organizzazione criminale.






