La Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Santissima Annunziata” di Sassari si trova sull’orlo del collasso, con ripercussioni gravissime per l’intera popolazione del centro-nord Sardegna.
La sospensione dei ricoveri urgenti, un provvedimento drastico, è la diretta conseguenza di una carenza di personale che ha trasformato un reparto cruciale in una struttura precariata e a rischio.
La situazione, come sottolineato con forza dal consigliere regionale Salaris e dai sindacati Fp Cgil e Cisl Fp, non è semplicemente una questione di numeri, ma riflette una profonda crisi sistemica che affligge il sistema sanitario sardo.
La dotazione organica prevista, idealmente composta da sedici specialisti, si è ridotta a un esiguo gruppo di cinque figure professionali, ulteriormente indebolite dalla contemporanea assenza, dovuta a malattia prolungata, di tre medici.
Questa assenza, a sua volta, esonera i colleghi rimasti dalle imprescindibili responsabilità di copertura notturna e reperibilità, innescando un circolo vizioso che erode la qualità e la sicurezza delle cure.
La scopertura strutturale, che si attesta intorno al 65%, non è un dato isolato, ma il sintomo di un problema più ampio: la difficoltà di attrarre e trattenere professionisti qualificati in una regione che spesso fatica a offrire prospettive di carriera e condizioni di lavoro adeguate.
La fuga dei talenti, un fenomeno purtroppo diffuso in diversi settori, colpisce duramente la sanità, lasciando le strutture ospedaliere prive di risorse umane essenziali.
La sospensione dei ricoveri urgenti comporta un impatto diretto sulla sicurezza dei pazienti, costringendo i malati acuti a essere trasferiti in altre strutture ospedaliere, a Nuoro o a Cagliari, con il rischio di ritardi e complicazioni.
Questo trasferimento, oltre ad essere costoso, mette a dura prova la capacità delle altre strutture di accogliere un afflusso inaspettato di pazienti.
I sindacati sottolineano con veemenza che questa emergenza non può essere affrontata con soluzioni temporanee o superficiali.
È necessario un intervento urgente e mirato, che coinvolga l’assessorato alla Sanità e il commissario straordinario, per ripristinare le condizioni minime di assistenza sanitaria e sicurezza.
Questo implica non solo l’immediato aumento del personale, ma anche la definizione di strategie a lungo termine per la valorizzazione del personale sanitario, con l’introduzione di incentivi economici e professionali, la semplificazione delle procedure burocratiche e la promozione di un ambiente di lavoro positivo e stimolante.
La tutela del diritto alla salute, un diritto costituzionale fondamentale, deve essere una priorità assoluta per le istituzioni.
La crisi della Neurochirurgia di Sassari rappresenta un campanello d’allarme che non può essere ignorato, un monito a investire in modo oculato e continuativo nel sistema sanitario sardo, per garantire a tutti i cittadini l’accesso a cure adeguate e tempestive.
Il futuro della sanità in Sardegna dipende dalla capacità di affrontare questa sfida con coraggio e determinazione.