Il futuro urbanistico di Porto Rotondo è al centro di una crescente tensione, innescata dalla presentazione imminente da parte del comune di Olbia, attraverso il nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC), di un Piano Particolareggiato che prevede la realizzazione di oltre 20.000 metri cubi di nuove costruzioni.
Un progetto che solleva interrogativi significativi e genera un profondo dissenso, in particolare da parte della Fondazione Porto Rotondo, custode di un’eredità paesaggistica e culturale di inestimabile valore.
La Fondazione, guidata da Leonardo Donà dalle Rose, erede spirituale della visione originaria che ha plasmato Porto Rotondo, esprime una preoccupazione profonda per la frettolosa approvazione di questo piano.
La critica principale verte sulla mancanza di un dibattito pubblico aperto e di una discussione approfondita, precedentemente alla finalizzazione e approvazione del PUC stesso.
Un atto percepito come una violazione dei principi di trasparenza e partecipazione democratica, e che, secondo la Fondazione, minimizza il significato intrinseco del luogo e ignora le osservazioni cruciali già presentate in precedenza nell’ambito del PUC.
Queste osservazioni miravano specificamente a garantire la salvaguardia dei valori paesaggistici, storici e culturali che rendono Porto Rotondo unico.
L’intervento della Fondazione non si limita a una critica procedurale.
Si tratta di una difesa appassionata di un’identità territoriale definita da un progetto originario ambizioso e da un equilibrio delicato tra antropizzazione e natura.
La richiesta è netta: sospendere qualsiasi nuova edificazione e sottoporre l’intera area a rigorose misure di tutela paesaggistica e ambientale, in linea con il Piano Paesaggistico Regionale (PPR).
Questa salvaguardia è fondamentale per prevenire alterazioni irreversibili del paesaggio e per mitigare i rischi idraulici, già documentati da studi tecnici dettagliati.
La questione si complica ulteriormente alla luce del recente Decreto Ministeriale che riconosce vincoli di tutela alla Chiesa di San Lorenzo e al suo contesto urbano.
Questo riconoscimento ufficiale del valore culturale del luogo rende ancora più inaccettabile, secondo la Fondazione, una decisione urbanistica che rischia di comprometterne l’integrità.
La richiesta finale è un appello all’amministrazione comunale: ritirare o sospendere l’approvazione del piano particolareggiato e avviare un confronto costruttivo, trasparente e nel pieno rispetto delle normative vigenti e del valore inestimabile del territorio.
In gioco non c’è solo la crescita urbanistica, ma la preservazione di un patrimonio culturale e paesaggistico che appartiene a tutti.