Nel cuore del paesaggio sardo, lungo le sponde del lago Coghinas, nei pressi del Ponte Diana, è andata in frantumi una sofisticata operazione di coltivazione illegale di cannabis, smantellata grazie a un’azione congiunta e scrupolosa delle forze dell’ordine.
Tre individui sono stati arrestati in flagranza di reato dai carabinieri di Oschiri, accusati di detenzione ai fini di spaccio, furto aggravato e porto di armi non consentite, segnando l’epilogo di un’indagine complessa, protrattasi per un’intera settimana.
Le operazioni, che hanno visto il coinvolgimento massiccio dei carabinieri della Compagnia di Ozieri e l’impiego strategico dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna di Abbasanta, hanno portato alla scoperta di un’area di coltivazione di notevoli dimensioni, con circa 400 piante di cannabis, curate con estrema attenzione e irrorate tramite un sistema idraulico ingegnoso.
Questa rete idrica, alimentata da un allaccio abusivo, comprendeva tre serbatoi di mille litri ciascuno, dimostrando la complessità e l’organizzazione del progetto illecito.
La scoperta è stata preceduta da un’intensificazione dei controlli nell’area del lago, innescata da movimenti sospetti notati nei giorni precedenti.
La coltivazione era abilmente nascosta nella vegetazione, in prossimità di un cantiere edile in corso per la ristrutturazione del ponte.
Oltre alle piante, gli inquirenti hanno sequestrato un apparato completo per la coltivazione, che rivela una pianificazione meticolosa e l’impiego di tecnologie avanzate.
Tra l’equipaggiamento confiscato figurano numerose foto-trappole, impiegate per la sorveglianza del sito, circa mille metri lineari di tubazioni, le tre cisterne di stoccaggio dell’acqua, confezioni di concimi e insetticidi, strumenti per la lavorazione del terreno e attrezzature specifiche per l’irrorazione di fitofarmaci.
La presenza di queste risorse sottolinea l’impegno economico e logistico investito nell’attività illecita.
Durante l’arresto, i tre uomini sono stati trovati in possesso di coltelli a serramanico di genere proibito, elemento che suggerisce una potenziale pericolosità e una volontà di opporsi alle autorità.
Gli arrestati sono ora detenuti nel carcere di Bancali a Sassari, in attesa della convalida dell’arresto da parte dell’autorità giudiziaria.
Il caso solleva interrogativi sulla capacità di infiltrazione di attività criminali organizzate in aree apparentemente isolate e sulla necessità di un controllo del territorio sempre più efficiente e mirato.
L’indagine ora si concentra sull’identificazione di eventuali complici e sulla ricostruzione della filiera di distribuzione della sostanza stupefacente.