La recente presenza di cittadini israeliani in vacanza in Gallura ha innescato un acceso dibattito, sollevando interrogativi cruciali sull’opportunità e la trasparenza di accordi internazionali e sulla coerenza delle posizioni regionali in un contesto geopolitico sempre più complesso.
Desidero affrontare questa vicenda con la chiarezza e la determinazione che la delicatezza della situazione richiede.
È fondamentale sottolineare che l’Amministrazione Regionale non è stata preventivamente informata né ha ricevuto comunicazioni ufficiali riguardanti l’arrivo di questi turisti.
Questa mancanza di comunicazione solleva serie preoccupazioni riguardo ai processi decisionali e alla verifica degli accordi tra enti nazionali e internazionali.
In merito, ho prontamente avviato un’indagine formale, richiedendo immediati chiarimenti all’aeroporto di Olbia e sollecitando il Governo a fornire dettagli precisi sugli eventuali accordi che hanno permesso l’ingresso e il soggiorno di questi cittadini sul territorio sardo.
È imprescindibile evitare interpretazioni distorte e generalizzazioni ingiuste.
La legittima richiesta di accertamenti e trasparenza non implica alcuna ostilità nei confronti del popolo israeliano, né tantomeno un’adesione a posizioni antisemite.
Al contrario, è nostro dovere mantenere una posizione di rispetto e sensibilità verso tutte le comunità, senza compromettere i principi di giustizia e solidarietà che guidano la nostra azione politica.
Tuttavia, è altrettanto ineludibile ribadire la nostra ferma condanna delle politiche del governo Netanyahu, che mettono a rischio l’esistenza stessa del popolo palestinese.
La deliberazione del Consiglio Regionale, che riconosce ufficialmente lo Stato di Palestina e sospende la cooperazione con Israele fino al pieno rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, testimonia il nostro impegno a difendere i valori fondamentali di dignità, equità e autodeterminazione.
Non possiamo, in buona coscienza, rimanere spettatori inerti di fronte a un’emergenza umanitaria di tale portata, caratterizzata da una violenza sistematica e da una negazione dei diritti fondamentali.
Questa vicenda ci invita a riflettere sulla complessità delle relazioni internazionali e sulla necessità di un approccio basato sulla trasparenza, sulla responsabilità e sulla coerenza etica.
La Sardegna, da sempre terra di accoglienza e di dialogo interculturale, si impegna a promuovere la pace e la giustizia nel mondo, senza compromessi e senza ambiguità.
La nostra posizione è chiara: siamo al fianco di chi lotta per la libertà, la dignità e l’autodeterminazione di tutti i popoli.