La Sardegna si trova ad affrontare una sfida cruciale: la concreta realizzazione degli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
L’allarme lanciato dal segretario generale della CGIL, Fausto Durante, non è una semplice constatazione di ritardi, ma l’espressione di una potenziale perdita di un’opportunità storica per la regione.
I dati aggiornati al 30 giugno, provenienti dal sistema ReGiS del Ministero dell’Economia e Finance e analizzati dal Centro Studi CGIL, rivelano una performance sarda che, a confronto con il resto del Paese, si posiziona in una posizione di svantaggio particolarmente critica.
Il problema non è semplicemente la lentezza nell’erogazione dei fondi, ma la sua correlazione con le profonde fragilità strutturali che affliggono il sistema sanitario sardo.
La carenza di personale, le infrastrutture obsolete, la digitalizzazione insufficiente e le difficoltà di coordinamento tra le diverse realtà sanitarie regionali rappresentano un intreccio complesso di fattori che ostacolano l’efficace utilizzo delle risorse del PNRR.
La situazione non va interpretata come una mera inefficienza burocratica, bensì come una sintomatica evidenza di un sistema che necessita di una profonda revisione e di un investimento strategico non solo finanziario, ma anche in termini di competenze e organizzazione.
La capacità di assorbire e spendere i fondi del PNRR diventa quindi un vero e proprio banco di prova per la capacità della Regione di affrontare le sue debolezze sistemiche.
L’esito di questa sfida non è solamente di natura economica, ma incide direttamente sulla qualità della vita dei cittadini sardi e sulla capacità della regione di competere a livello nazionale ed europeo.
Un mancato utilizzo efficace del PNRR non solo priverebbe la Sardegna di risorse vitali per la sua crescita, ma ne accentuerebbe anche i divari infrastrutturali e sanitari, perpetuando un circolo vizioso di marginalizzazione.
È imperativo, pertanto, che la Regione Sarda adotti misure immediate e concrete per superare gli ostacoli che impediscono l’attuazione del PNRR.
Queste misure devono comprendere una semplificazione delle procedure amministrative, un rafforzamento delle capacità progettuali, un potenziamento del coordinamento tra le diverse amministrazioni coinvolte e un’attenzione particolare alla formazione del personale.
Al tempo stesso, è necessario un confronto aperto e trasparente con le parti sociali, per individuare soluzioni condivise e garantire che il PNRR si traduca in benefici concreti per tutti i cittadini sardi.
La sfida è complessa, ma la posta in gioco è troppo alta per permettere alla Sardegna di perdere questa occasione storica di riscatto.







