cityfood
cityeventi
mercoledì 5 Novembre 2025

Riforma Elettorale in Sardegna: Una Voce per Tutti

La legislazione elettorale regionale attualmente in vigore in Sardegna solleva criticità profonde, generando una disomogeneità nella rappresentanza che esclude dal processo decisionale una porzione significativa della popolazione sarda.

Fin dal 2014, questo sistema ha determinato una perdita di voce per decine di migliaia di elettori, con implicazioni che vanno al di là della mera matematica dei seggi.

La legge, nella sua formulazione attuale, sembra erodere le specificità del tessuto sociale sardo, attenuando le differenze territoriali e, in maniera più sottile, penalizzando la partecipazione femminile nel Consiglio regionale.

L’esigenza di una riforma urgente e radicale è stata al centro del dibattito promosso da Danilo Lampis, portavoce di “Sardegna chiama Sardegna”, e condivisa da un ampio coordinamento di associazioni e realtà politiche impegnate nella rielaborazione delle norme che regolano l’elezione del Presidente della Regione e dell’Assemblea legislativa.

Il nucleo centrale di questa proposta non è una semplice modifica, ma una vera e propria riconcettualizzazione del principio di rappresentanza democratica, improntata ai valori di equità, partecipazione e rispetto per la pluralità di voci che compongono l’identità sarda.
Il documento presentato mira a superare le distorsioni del sistema attuale attraverso un approccio innovativo e articolato.
Si propone, in primis, l’adozione di un sistema proporzionale, eventualmente corretto da meccanismi di stabilità per garantire la governabilità dell’Isola.

Un elemento cardine della riforma è l’elezione del Presidente della Giunta da parte del Consiglio regionale, introducendo la possibilità di una sfiducia costruttiva, un meccanismo che rafforza il ruolo del Parlamento e promuove una maggiore responsabilità del Governo.
Si auspica l’eliminazione del voto disgiunto, spesso fonte di confusione e di risultati distorti, e l’introduzione di limiti massimi ai mandati, per favorire il ricambio generazionale e prevenire fenomeni di irrigidimento politico.
Riconoscendo la necessità di allargare la base della partecipazione democratica, i promotori della riforma chiedono una significativa riduzione delle soglie di sbarramento, che attualmente penalizzano le formazioni politiche minori, espressione di istanze e sensibilità specifiche.

Un’attenzione particolare è rivolta alla valorizzazione dei territori marginali, spesso trascurati dalle politiche regionali, e all’introduzione di misure concrete per garantire la parità di genere nella composizione dell’Assemblea legislativa, superando le attuali disparità di rappresentanza femminile.
L’iniziativa, frutto di un anno di consultazioni e assemblee territoriali, si rivolge alla Prima Commissione, “Autonomia e Ordinamento Regionale”, e alla Commissione speciale sulla legge statutaria, con la richiesta di un’audizione formale e l’avvio immediato di un processo istituzionale volto alla riforma della legge elettorale sarda.

L’obiettivo è di restituire alla cittadinanza sarda una rappresentanza più fedele, equa e inclusiva, che rifletta la ricchezza e la complessità dell’identità sarda.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap