La Sardegna si appresta a ridisegnare la geografia amministrativa dei suoi enti intermedi, in una tornata elettorale inedita dopo la riforma Del Rio del 2014.
Per la prima volta, sindaci e amministratori comunali, eletti in seno ai 377 Comuni, sono chiamati a scegliere i vertici delle sei nuove province – Nuoro, Oristano, Ogliastra, Sulcis Iglesiente, Medio Campidano e Gallura Nord Est – e delle due Città Metropolitane di Cagliari e Sassari, per un totale di 60 seggi provinciali e 28 metropolitani.
Un’elezione di secondo grado, un esercizio di democrazia indiretta che riflette il nuovo assetto territoriale, segnato dalla scomparsa della Provincia del Sud Sardegna e dalla divisione del Nord in due entità distinte, con l’obiettivo di snellire e riorganizzare i servizi al cittadino.
Le operazioni di voto, previste dalle 8 alle 20, si svolgono in un contesto politico complesso, caratterizzato da candidature trasversali e, in alcuni casi, da divisioni interne agli schieramenti.
Il sistema di voto ponderato, che premia la rilevanza demografica dei comuni, influenza significativamente l’esito delle elezioni, conferendo un peso maggiore ai centri più popolosi.
Lo spoglio delle schede, a seconda degli enti, inizierà immediatamente dopo la chiusura dei seggi o sarà rinviato alla mattinata successiva, come nel caso di Cagliari.
L’orizzonte provinciale si presenta con configurazioni differenti.
Nella Gallura, si è tentato di superare le divisioni con la presentazione di una lista unica guidata dal sindaco di Olbia, Settimo Nizzi.
Sulcis Iglesiente, pur convergendo sul nome del sindaco di Iglesias, Mauro Usai, per la presidenza, vede la frammentazione del Consiglio provinciale in tre distinte liste: una sostenuta dai sindaci e gravitante attorno al Pd, un’altra che raccoglie le forze del campo largo (Sinistra Futura, M5S, Orizzonte Comune e Psi), e infine una rappresentativa del centrodestra.
L’Ogliastra si distingue per la presenza di un unico candidato alla presidenza, Alessio Seoni, sindaco di Villagrande Strisaili, sostenuto da un accordo civico-istituzionale.
Nelle altre province, il panorama è caratterizzato dalla competizione tra due candidati espressione dei rispettivi schieramenti.
A Oristano, Andrea Abis, sindaco di Cabras (centrosinistra), si confronta con Paolo Pireddu, primo cittadino di Villaurbana (centrodestra).
A Nuoro, l’attuale amministratore straordinario, Giuseppe Ciccolini (centrosinistra), sfida Franco Uda, sindaco di Macomer (centrodestra).
Nel Medio Campidano, Giuseppe De Fanti, sindaco di Guspini (campo largo), si scontra con Italo Carrucciu, sindaco di Lunamatrona (centrodestra), in un contesto reso più complesso dalla divisione interna al centrodestra, che ha portato alla candidatura autonoma di “Sardegna al Centro Venti20” con la lista guidata da Alberto Urpi.
Anche nelle Città Metropolitane, il panorama politico è segnato da fratture interne.
A Sassari, una parte di Forza Italia e “I Riformatori” appoggiano la lista del centrosinistra, mentre a Cagliari, la iniziale frammentazione dello schieramento, suddiviso in quattro liste, si è ridotta a tre con l’esclusione della lista unitaria che riuniva Forza Italia e la Lega-Alleanza Sardegna.
Questa elezione segna un momento cruciale per la governance dell’Isola, un banco di prova per la nuova organizzazione degli enti territoriali e una sfida per i leader politici chiamati a costruire un futuro condiviso per la Sardegna.