La recente polemica che infiamma la Sardegna, scatenata da presunte dichiarazioni dell’assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, solleva questioni complesse e delicate che vanno al di là della mera querelle politica, toccando il cuore stesso dei principi etici e di equità nell’accesso alle cure mediche. La vicenda, che coinvolge figure di spicco della politica sarda e nazionale, pone l’accento sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Pubblico (SSN) e sulle difficili scelte che lo accompagnano.Al centro del dibattito vi è la presunta affermazione di Bartolazzi, interpretata come un’ammissione di una potenziale limitazione delle cure oncologiche per i pazienti anziani, in particolare quelli ultraottantenni. L’assessore respinge categoricamente tale interpretazione, sostenendo che le sue parole sono state estrapolate dal contesto, manipolate e distorte. Il suo intento, come dichiarato, era quello di evidenziare la crescente pressione finanziaria esercitata dalle terapie oncologiche innovative, terapie spesso salvavita ma dal costo proibitivo, e di lanciare un monito sulla necessità di investimenti mirati alla prevenzione per evitare un collasso del sistema.La questione non è nuova. L’invecchiamento progressivo della popolazione, l’aumento delle patologie croniche e la rapida evoluzione delle tecnologie mediche impongono al SSN scelte strategiche complesse. La sostenibilità finanziaria non può essere ignorata, ma la sua gestione deve avvenire nel rispetto dei diritti fondamentali dei pazienti e senza discriminazioni basate sull’età o sulla condizione sociale.Le accuse mosse dall’opposizione, che spaziano dall’accusa di “accabadore” del sistema alla evocazione di logiche eugenetiche, sono pesanti e riflettono la profonda preoccupazione diffusa nell’opinione pubblica. Richieste di dimissioni sottolineano l’urgenza di una risposta chiara e rassicurante, che riconfermi l’impegno del governo regionale a garantire l’accesso equo alle cure per tutti i cittadini.La replica del capogruppo Pd Roberto Deriu, e il sostegno della senatrice Sabrina Licheri, riflettono un principio cardine: la salute non è un bene di mercato, ma un diritto inalienabile, che trascende le esigenze di bilancio. Ogni individuo, indipendentemente dall’età o dalle condizioni di salute, ha diritto a ricevere le cure necessarie.Questa vicenda, al di là delle accuse reciproche e delle polemiche politiche, deve stimolare una riflessione più ampia sul futuro del SSN. È necessario un dibattito aperto e trasparente, che coinvolga tutti gli stakeholder – politici, medici, economisti, pazienti – per trovare soluzioni innovative e sostenibili, che garantiscano la sopravvivenza del sistema e il diritto alla cura per tutti. In particolare, si rende urgente un’analisi approfondita delle strategie di prevenzione, un’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse disponibili e l’esplorazione di modelli di finanziamento alternativi, senza compromettere i valori etici e sociali che da sempre hanno caratterizzato il Servizio Sanitario Pubblico italiano. L’eredità di questa polemica dovrà essere un impegno rinnovato a proteggere la salute dei cittadini sardi, soprattutto dei più fragili, preservando al contempo la sostenibilità del sistema sanitario regionale.
Sardegna, polemica sulla sanità: cure oncologiche a rischio?
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