Il Molisano, con un tasso di fumatori che si attesta intorno al 33%, si posiziona al vertice di una nazione che, pur mostrando progressi nella lotta al tabagismo, fatica a estirpare completamente l’abitudine. I dati, derivanti dall’analisi del Sistema ‘Passi’ dell’Istituto Superiore di Sanità, dipingono un quadro complesso, dove la Campania, l’Umbria e la Valle d’Aosta condividono con il Molise l’onore, o meglio il disonore, di presentare le percentuali più elevate di popolazione assidua al fumo.Il dato nazionale rivela un contrasto significativo: una maggioranza di adulti italiani (59%) dichiara di non fumare, mentre il 17% si attesta come ex-fumatori. Tuttavia, un quarto della popolazione adulta (24%) conserva l’abitudine, un numero tutt’altro che trascurabile, soprattutto se si considera l’impatto sulla salute pubblica e sui costi sociali. Il consumo giornaliero medio si aggira intorno alle 12 sigarette, un valore che si eleva drasticamente per una parte rilevante di fumatori, il 21% dei quali consuma quotidianamente più di 20 sigarette, superando di fatto un pacchetto.L’analisi rivela inoltre marcate differenze di genere: il tabagismo è più diffuso tra gli uomini (28%) rispetto alle donne (20%), riflettendo una dinamica storica e culturale che, sebbene in progressiva riduzione, persiste tuttora. Più allarmante, però, è la correlazione tra fumo e fattori socio-economici. Il divario si fa abissale quando si considera il livello di istruzione e la condizione economica: quasi il 36% delle persone con difficoltà economiche fuma regolarmente, contro il 21% di chi gode di una maggiore stabilità finanziaria. Analogamente, il tasso di fumatori è nettamente più alto tra chi ha conseguito al massimo la licenza elementare (26%), o una licenza media (30%), rispetto a chi ha un diploma di laurea (18%). Questo suggerisce che l’accesso a un’istruzione superiore possa contribuire a una maggiore consapevolezza dei rischi associati al fumo e ad una maggiore capacità di adottare comportamenti più salutari.La tendenza generale, fortunatamente, è al ribasso. Negli ultimi 17 anni, si è assistito a una diminuzione, seppur lenta e graduale, di circa 5 punti percentuali nel tasso di fumatori, passando dal 30% del 2008 al 23% del 2024. Questa riduzione, frutto di politiche di prevenzione, campagne di sensibilizzazione e, in parte, di una maggiore consapevolezza individuale, suggerisce che la lotta al tabagismo può dare i suoi frutti, ma che è necessario un impegno continuo e mirato per raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi e, soprattutto, per ridurre le disuguaglianze sociali che alimentano questa pericolosa abitudine, con particolare attenzione alle aree geografiche come il Molise che continuano a presentare punte di incidenza particolarmente elevate.