A cinquant’anni dalla sua tragica scomparsa, l’eredità di Pier Paolo Pasolini risuona con una forza inesauribile, non solo come voce poetica e intellettuale, ma soprattutto come architetto di un linguaggio ibrido, stratificato e profondamente innovativo.
Per celebrare questa complessa figura e analizzare la sua influenza perdurante, l’Università del Molise ospita un convegno triennale, in programma dal 28 al 30 ottobre, che si propone di dissezionare il panorama linguistico pasoliniano nelle sue molteplici sfaccettature.
L’evento, sostenuto dall’Ufficio Scolastico Regionale del Molise e dall’Ordine dei Giornalisti del Molise, si focalizza sull’analisi critica del linguaggio pasoliniano, che trascende i confini tradizionali della letteratura per permeare il cinema, la critica sociale e l’impegno civile.
Si intende esaminare la coesistenza, spesso paradossale, del registro elevato e della lingua popolare, del lessico aulico e dei vocaboli del dialetto friulano, elementi che conferiscono alla sua opera una peculiarità ineguagliabile.
Il convegno non si limiterà a ricostruire la cronologia del linguaggio pasoliniano, ma si propone di decostruirne le dinamiche interne, indagando le sue fonti di ispirazione – dalla letteratura classica alla poesia religiosa, passando per il cinema americano – e le sue funzioni performative.
Si intende comprendere come Pasolini abbia utilizzato il linguaggio non solo per esprimere contenuti, ma anche per creare effetti di straniamento, per provocare il lettore o lo spettatore, per smascherare le ipocrisie della società italiana del boom economico e degli anni di piombo.
Il programma prevede interventi di studiosi provenienti da diverse istituzioni universitarie italiane e internazionali, che offriranno prospettive interdisciplinari sull’opera pasoliniana.
Particolare attenzione sarà dedicata all’analisi del suo cinema, considerato un laboratorio linguistico all’avanguardia, in cui l’immagine e la parola si fondono in un linguaggio inedito.
Ad aprire i lavori, il rettore dell’Università del Molise, Giuseppe Vanoli, mentre la lectio magistralis, intitolata “Pasolini e la lingua: una sfida aperta”, sarà tenuta da Paolo D’Achille, illustre linguista e presidente dell’Accademia della Crusca, figura di riferimento per lo studio della lingua italiana e custode del suo patrimonio lessicale e grammaticale.
L’obiettivo è quello di riaccendere il dibattito sull’attualità del pensiero pasoliniano e sulla sua capacità di illuminare le contraddizioni del presente, attraverso la lente del linguaggio.






