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lunedì 3 Novembre 2025

Artemis: Svolta nell’inchiesta sulla cosca Cracolici, 81 indagati.

L’inchiesta “Artemis”, giunta a una fase cruciale, ha visto la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro notificare l’avviso di conclusione indagini preliminari a un vasto gruppo di ottantuno persone, epilogo di un’articolata indagine che getta luce sulle attività criminali gestite dalla cosca Cracolici, una delle più radicate e potenti articolazioni della ‘ndrangheta calabrese.

L’area di influenza della cosca, secondo le ricostruzioni investigativa, si estende su un territorio significativo, comprendendo i comuni di Cortale, Lamezia Terme e Girifalco, delineando un controllo capillare che ha implicazioni profonde per l’economia e la società locale.
L’indagine, scaturita a novembre 2024, ha portato alla luce un sistema di corruzione, intimidazione e controllo del territorio, frutto di una strategia criminale complessa e ben strutturata.
Tra i soggetti coinvolti spicca la figura di Vincenzo Fulvio Attisani, un candidato alle elezioni regionali del 5 e 6 ottobre, accusato di falsa testimonianza, un reato particolarmente grave, reso più incriminatorio dalla connotazione mafiosa delle modalità con cui è stato commesso.
L’implicazione di un aspirante eletto in un’attività illecita di questa portata solleva interrogativi inquietanti sulla permeabilità del sistema politico e sulla capacità della criminalità organizzata di infiltrarsi nelle istituzioni democratiche.

Secondo gli elementi raccolti dalla Dda, Attisani, in concorso con il presunto capo della cosca, Domenico Cracolici, avrebbe manipolato il percorso giudiziario di due ulteriori indagati, Mariagrazia Bertuca e Andrea Molea, inducendoli a rilasciare false dichiarazioni in un processo relativo a reati di narcotraffico.

Questo comportamento non solo compromette l’integrità della giustizia, ma dimostra la volontà di condizionare il corso delle indagini e proteggere gli interessi della cosca.

L’inchiesta “Artemis” ha inoltre svelato come la cosca Cracolici, abile a sfruttare le opportunità create dal vuoto di potere lasciato dal clan Anello a seguito dell’operazione “Imponimento” del 2023, abbia progressivamente consolidato la propria egemonia nel territorio.

La capacità di riorganizzarsi e di occupare gli spazi vacanti dimostra la resilienza e l’adattabilità della ‘ndrangheta, che continua a rappresentare una sfida per lo Stato e per la legalità.
La vicenda pone l’accento sulla necessità di un approccio investigativo innovativo e di strategie di contrasto che vadano oltre la mera repressione degli episodi criminosi, mirando a smantellare le strutture di potere e a promuovere lo sviluppo di un’economia legale e sostenibile.
La complessità dell’indagine e la gravità delle accuse mosse testimoniano la necessità di un impegno costante e coordinato da parte delle istituzioni e della società civile per liberare il territorio dalla presenza pervasiva della criminalità organizzata.

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